La Commissione di inchiesta sul Covid si farà. E del resto sarebbe assurdo il contrario. Il Covid è stata un’emergenza mondiale di proporzioni catastrofiche. Con qualche DPCM il Governo ha disposto la deroga alle libertà costituzionali, chiuso le scuole, deciso i ristori, impedito le cerimonie funebri e religiose, portato i soldati russi in Italia, fatto chiusure e aperture di esercizi commerciali senza coerenza. Possiamo alla luce di tutto questo chiedere che si faccia chiarezza e si faccia tesoro degli errori per evitare di sbagliare quando ci troveremo in un’altra emergenza? Sì, possiamo. Anzi, dobbiamo.
Ieri il Riformista ha titolato “Chi ha paura della verità?”. A giudicare dal dibattito di ieri in Senato, in tanti hanno ancora paura della Commissione. Permettetemi allora di portare tre piccoli esempi sulla necessità di procedere prima possibile a fare tesoro su quanto è accaduto. Il primo, le scuole. Nel marzo del 2020 sono stato il primo a chiedere che si riaprissero le scuole. Quando l’ho fatto persino tanti amici del mio partito mi hanno criticato. La destra e la sinistra mi giudicavano un pazzo. Eppure io ero convinto che anziché comprare inutili banchi a rotelle avremmo dovuto investire sulla riapertura perché i ragazzi avrebbero pagato un prezzo altissimo a quelle settimane di didattica online. I dati oggi lo confermano. Assistiamo a una spaventosa crescita di fenomeni di depressione giovanile e di disturbi alimentari, aumenti a doppia cifra tra il 2019 e il 2022. Oggi tutti a parlare di bonus psicologo e delle proposte di Fedez e per carità va bene tutto.
Ma possiamo dire che aver fatto dell’Italia il Paese in cui i giorni di scuola sono stati chiusi più del resto della media europea è stata una scelta sbagliata? Il secondo, i ristori. C’è chi ha avuto troppo, c’è chi ha avuto poco o nulla. Esempio personale: per le mie attività di conferenziere lo Stato italiano mi ha offerto nel 2021 un ristoro di oltre ventimila euro. Ovviamente ho rinunciato essendo per me inconcepibile che il fisco volesse dare dei soldi a chi come me non aveva problemi. Ma perché lo Stato italiano ha dato i ristori a me e ha lasciato sul lastrico artigiani, pizzaioli, commercianti? Facciamo finta di nulla o facciamo chiarezza su certe stranezze economiche come questa. Ma anche come le mascherine, i ventilatori cinesi mal funzionati, il vaccino italiano. Il terzo, più politico. I Cinque Stelle hanno attaccato dicendo che chi chiede la Commissione di inchiesta è ossessionato da Giuseppe Conte. Con me cascano male. Il mio rapporto con Conte l’ho risolto quando l’ho mandato a casa per portare al Governo Draghi, scelta della quale sono orgoglioso. Questa Commissione non nasce dall’ossessione verso l’ex Presidente del Consiglio, ma dal desiderio del cuore di garantire ai nostri figli una verifica puntuale di cosa ha funzionato e cosa no in uno dei periodi più difficili della storia del Paese. Un desiderio di verità. E la verità ci rende liberi.
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