Giorgia Meloni, rispondendo alle infinite critiche (anche interne alla stessa maggioranza) sulla riforma costituzionale da lei proposta, in cima alla quale c'è l'elezione diretta del premier, sostiene che i cittadini italiani sono favorevoli al premierato, perchè vogliono finalmente contare e decidere chi mandare a rappresentarli in Parlamento. Questo sostiene la Meloni. Viene subito da dire: da che pulpito viene la predica. Parla proprio Lei che ha fatto eleggere deputato suo cognato che poi ha fatto nominare ministro; ha affidato il partito a sua sorella Arianna, e si è circondata di fedelissimi, quasi sempre per premiarli della fedeltà e comune militanza, badando meno alle competenze... e finiamo qui ma potremmo continuare.
Per avvicinare gli elettori alla politica sarebbe sufficiente che i candidati non fossero esclusivamente affare delle segreterie, ma venissero espressi o indicati dalle sezioni sparse sul territorio, ammesso che esista un partito con la sua organizzazione capillare ( ce l'ha la Meloni? il suo è assai simile a quello di Berlusconi, e cioè familistico, e quello berlusconiano era aziendale ed anche altro).
Fa ridere quando afferma che le prerogative del Presidente della repubblica non verrebbero toccate dalla riforma da Lei proposta. Ma come, un premier che è eletto dal popolo, mentre il presidente viene eletto dal Parlamento, in sostanza dai partiti? Chi scioglie le camere, ancora il presidente o il potere passa nelle mani del premier? E poi per fare cosa, tutto questo potere?
Si dovrebbe poter rispondere per governare e per avere un governo stabile. La stabilità non dipende certo da questo; e poi per governare? Ci spieghi allora perchè ogni volta che viene rivolta una critica al suo governo la risposta non è sul contenuto, ma è quasi sempre il seguente ritornello: siamo stati eletti, fatevene una ragione, comandiamo noi e, se tutto va bene, comanderemo per cinque anni.
Finora il nuovo della destra che avanza non si è visto, mentre si sono visti i vari passi falsi ed anche la smodata fame di poltrone da occupare, ancor prima che il mandato degli attuali occupanti termini.
E poi un velo pietoso gettiamo sulla Rai, dove di tutti i nuovi programma usciti dalla mente di Mellone ( uno contro i due di Giorgia) non se ne salva nessuno, e dove accade anche che un conduttore, amico di Meloni che prende spesso il caffè con Lei a Palazzo Chigi, non si può far dimettere, nonostante il programma affidatogli faccia pena e sia visto solo da quelli obbligati a farlo. Mentre altri programmi si chiudono senza badare alle buone maniere ecc...ecc...
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