domenica 2 ottobre 2022

Messina. Teatro Vittorio Emanuele senza direttore artstico. Protesta di Ninni Bruschetta ( tempostretto.it, quotidiano online)

 

                      Ninni Bruschetta scrive a Tempostretto

Caro Direttore, la prego di ospitare su questo spettabile quotidiano alcune brevi riflessioni riguardo le ultime dichiarazioni del Sovrintendente del Teatro di Messina.

Nella nostra città ci conosciamo tutti e io sono amico del Sovrintendente e lo rispetto. Parlo di ciò che accade, senza voler accusare nessuno.

“I direttori artistici sono essenziali per l’attività dell’ente”

Sembra che la Regione abbia stoppato la nomina dei direttori artistici. Mi viene da chiedere con che atto si “stoppa” una nomina del genere e soprattutto perché. Intendo dire, perché non si nominano i direttori artistici che sono essenziali per l’attività dell’Ente? Per risparmiare? Impossibile, semmai si risparmi altrove. Ma se così fosse, il Sovrintendente non dovrebbe opporsi a questa decisione inaccettabile? Certo che dovrebbe opporsi e certamente conosce i modi per farlo, perché è il suo mestiere. Tanto più che se esiste un atto con un provvedimento di questo genere, potrebbe trattarsi, a mio modestissimo parere, di un atto di dubbia legittimità, visto che i direttori artistici sono previsti per legge e firmano la congruità dei costi. E se l’atto non fosse illegittimo, tecnicamente, sarebbe sul piano politico e culturale da stigmatizzare.

Accade, invece, che di fronte a questo discusso e discutibile impedimento, il Sovrintendente decida di lanciarsi nella programmazione teatrale e musicale e nella scelta delle produzioni. Sarebbe come se in assenza del primario di Chirurgia al Policlinico Universitario, il direttore amministrativo decidesse di cimentarsi in un intervento a cuore aperto.

“Un organo ammininistrativo non si può sostituire ai direttori artistici”

È quantomeno inconsueto che un organo amministrativo si sostituisca ai direttori artistici. Del resto questo teatro, i suoi dirigenti e soprattutto i suoi dipendenti, hanno tollerato che il teatro stesso non pagasse i direttori artistici per sei anni! Con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. Io conosco molto bene il Teatro di Messina, avendovi lavorato per più di vent’anni, e so quanta attenzione in più, da parte di alcuni dipendenti e funzionari, meriterebbero il Teatro e soprattutto chi fa Teatro.

Ma nessuno dice queste cose, perché, si sa, per i politici i dipendenti pubblici sono intoccabili. Quindi, spesso, i vari dirigenti del Teatro di Messina cercano un modo per “salvare” almeno la propria immagine, che risulterebbe intaccata se si scoprisse che, in realtà, il Teatro dovrebbe fare molto più Teatro di quanto ne fa (Bruschetta si riferisce ai meccanismi burocratici e alla struttura organizzativa, che da sempre dipende dalla Regione, con esiti a volte faticosi per un ente che deve realizzare spettacoli teatrali, senza per questo disconoscere i meriti di tanti dipendenti e senza generalizzare, n.d.r.)..

Ora, il mio amico Sovrintendente riferisce al Suo giornale che il Teatro di Messina partecipa a due Festival Internazionali, che sono poi due iniziative della Regione Siciliana, che nulla hanno a che vedere con un Festival Internazionale. I Festival Internazionali del Teatro per eccellenza sono altri e si contano sulla punta delle dita. Ricordo a memoria Venezia, Avignone, Bogotà, Edimburgo, per esempio. In Italia non lo sono più neppure Verona e Sant’Arcangelo. Apprendiamo però che ce ne siano addirittura due in Sicilia! Purtroppo non è vero, caro Gianfranco. So che lo sostieni in buona fede ma non è così.

“Negli ultimi sei anni solo due produzioni teatrali”

In più le produzioni a cui il Sovrintendente fa riferimento sono le uniche due produzioni teatrali del Teatro, realizzate negli ultimi sei anni. Non hanno avuto alcun seguito dopo le repliche, due o tre repliche, di Messina. Non per scarsa qualità, né per inefficienza o per qualsiasi altro impedimento, ma, semplicemente, perché non è stato previsto. Per la legge questo non è certo un reato, ma, per chiunque abbia il bene della ragione, è inacettabile.

Il Sovrintendente si vanta anche di un certo articolo sul Corriere della Sera, che non ho avuto il piacere di leggere. Un articolo sul Corriere della Sera però, caro Gianfranco, non è un cimelio, è una necessità, almeno per chi fa questo mestiere. Voglio sperare che qualche dipendente del teatro (visto che non c’è ufficio stampa!), si sia curato di archiviare le rassegne stampa risalenti alle direzioni artistiche di Mariano Rigillo, la mia, quella di Sebastiano Lo Monaco, Walter Manfré, Massimo Piparo, Maurizio Marchetti. Quando si muovevano i critici di tutt’Italia per venire a vedere le nostre novità. Gianfranco perdonami, ma, in questo lavoro, un articolo sul Corriere della Sera in sei anni non è una cosa di cui vantarsi.

“Ignorato il patrimonio territoriale”

Speriamo che il Sovrintendente ci ripensi e che si confronti con il Cda, che deve nominare i direttori artistici. Quel Cda ha solo due membri da mesi e nessuno dice niente. I direttori artistici che sono a titolo gratuito da sei anni e nessuno dice niente. Il Teatro, con circa cinquanta dipendenti, fa due produzioni in sei anni e nessuno dice niente. Il teatro, con gli stessi cinquanta dipendenti, interrompe l’attività tra maggio e giugno e la riprende a ottobre/novembre e nessuno dice niente. Il teatro non crea indotto e nessuno dice niente. Non produce e compra spettacoli come un qualsiasi teatro comunale e nessuno dice niente. Ma soprattutto ignora tutto il patrimonio territoriale, tradendo forse un provincialismo sfrontato ed esercitando potere in un settore che appartiene, invece, ai numerosi messinesi che hanno dimostrato negli anni competenza, professionalità e successo.

Come vede, caro direttore, ho già concluso e spero che sia lei che il Sovrintendente, abbiate apprezzato oltre la sintesi, anche il mio riguardo per le materie che non mi competono. Non ho parlato di atti amministrativi, di delibere, di nomine illegittime o, addirittura, come qualcuno si è divertito a fare in anni passati, di reati. Io parlo di teatro, di politica teatrale, di idee, di progetti, che sono quelle cose per il cui nostro teatro è stato istituito. Tutto ciò è a mio avviso completamente assente al Teatro di Messina da sei anni a questa parte. E la cosa più grave è che ciò è avvenuto in controtendenza con la storia di questo teatro, che si è distinto per la sua orchestra, l’opera lirica, le produzioni teatrali, l’innovazione, il musical originale e autoctono, e un incessante e mirato lavoro sul territorio che tutti i direttori artistici precedenti hanno portato ai massimi livelli sul mercato nazionale.

Mi auguro che se ne parli. Prego, gentilmente, il nuovo sindaco di interessarsi alla questione al più presto e lo prego soprattutto di difendere politicamente l’indipendenza, rispetto alla Regione siciliana, del nostro Teatro, che è stato, fino a pochi anni fa, il cuore pulsante della cultura della nostra città. Mi auguro che il Teatro di Messina rinasca in fretta, altrimenti, piuttosto che con lettere, interviste, articoli e recensioni, bisognerà parlarne nella pagina dei necrologi.

Ninni Bruschetta

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