E' un thriller, una spy story la Fedora di Umberto Giordano che andrà in scena alla Scala nel nuovo allestimento firmato da Mario Martone, che segna il ritorno davanti al pubblico milanese del tenore Roberto Alagna, dopo che nel 2006 aveva abbandonato il palco durante una rappresentazione di Aida per i fischi di parte del loggione. In realtà Alagna è già tornato, ma per un evento senza pubblico. Ha infatti partecipato al Gala di star della lirica 'A riveder le stelle', che ha inaugurato la stagione il 7 dicembre 2020, solo stato trasmesso in tv e streaming per il divieto di avere pubblico in sala causa Covid.
La vicenda di Fedora è complessa: la principessa vuole vendicare l'assassinio del Conte Andrejevich, ucciso in duello a San Pietroburgo il giorno prima di diventare suo marito, si ritiene per motivazioni politiche, ma il suo piano la porta a causare due morti innocenti, quelle della madre e del fratello dell'uomo di cui si è innamorata, e infine il suo suicidio.
Il regista - che con il suo Nostalgia rappresenta l'Italia nella selezione agli Oscar internazionale - aveva iniziato a lavorare all'opera nel 2019. Ben prima quindi dell'attacco russo all'Ucraina che non ha influenzato l'allestimento. A influenzarlo è stato invece il quadro 'L'assassino minacciato' di René Magritte, dove l'omicida non si accorge di essere osservato e di due persone che gli stanno per tendere un agguato. E' stata la scenografa Margherita Palli a trasformare il dipinto nel 'set' dell'opera. "C'è un'aria molto chic - ha aggiunto il direttore Marco Armiliato, per la prima volta sul podio di un'opera alla Scala - adatta alla musica e alla drammaticità della storia" ben resa da Alagna come Loris, Sonya Yoncheva come Fedora, Serena Gamberoni (Olga) e George Petean (De Siriex). (ANSA).
Nessun commento:
Posta un commento