Il vecchio combattente questa volta getta la spugna. Il 22 dicembre Zubin Mehta non sarà sul podio del "Concerto di Natale" (sarebbe stato il suo primo). Né, qualche settimana dopo, metterà la firma sulla ripresa della sfolgorante produzione di Salome di Strauss nata con e per lui nel 2020 - poi cancellata per la pandemia - e che nel marzo 201 avrebbe dovuto solennizzare il ritorno operistico in Scala nella stessa opera del debutto nel 1974. Malauguratamente già un anno fa, a seguito di un malore, vi dovette rinunciare. E a pochi giorni dalla prima fu gloriosamente sostituito da Riccardo Chailly.
Dopo aver 'salvato' più volte il cartellone scaligero in tempi di Covid aggressivo, "per motivi di salute" dice il comunicato del teatro, l'86enne direttore indiano è costretto a rinunciare agli impegni scaligeri. Nel frattempo, continua la sua intensa attività a Firenze, dove l'anno scorso gli è stato intitolato il nuovo auditorium: mercoledì 19 ottobre per il Festival d'Autunno del Maggio dirige la Sinfonia n. 3 di Mahler, pochi giorni dopo aver eseguito la monumentale Ottava di Bruckner e una nuova edizione di Trovatore.
Affidato al direttore spagnolo Pablo Heras-Casado, che ha debuttato in Scala dirigendo in marzo la ripresa di Don Giovanni, il "Concerto di Natale" non subirà radicali modifiche rispetto alla locandina annunciata con Mehta. Tratteggiato in chiave classico-viennese, il programma ordina il "Laudate Dominum" da Vesperae Solemnes de Confessore K 339 di Mozart, la Sinfonia n.94 ("La sorpresa"/"Mit dem Paukenschlag") e la magnifica Missa in tempore belli ("Paukenmesse") di Haydn con i solisti Lauren Michelle, Annalisa Stroppa, Giovanni Sala e Luca Micheletti.
Doppio avvicendamento, e debutto in Scala, per le sei recite (14-27 gennaio) di Salome di Richard Strauss. Le prime saranno affidate al 52enne direttore tedesco Axel Kober, attuale direttore musicale della Deutsche Oper am Rhein; quelle del 20 e 27 gennaio al connazionale Michael Güttler, direttore principale dell'Opera Nazionale Finlandese.
Nulla trapela sui "motivi di salute" che hanno indotto Mehta, operato nel 2018 di un cancro al rene, alla rinuncia. Ed è singolare la coincidenza che vede l'annuncio scaligero giungere inatteso a pochi giorni da quello dell'amico fraterno del maestro, l'80enne pianista-direttore Daniel Barenboim, ex-"maestro scaligero", che a seguito di un grave disturbo neurovegetativo ha interrotto l'attività pubblica. La speranza, per entrambi, è di ritrovarli presto sul palcoscenico del Piermarini dove sono di casa da oltre mezzo secolo. Nel caso di Mehta conforta che siano stati implicitamente assicurati i successivi appuntamenti milanesi. In particolare, l'esecuzione della Turangalila-Symphonie di Messiaen prevista con la pianista Yuja Wang e la Filarmonica della Scala: tra un anno, per la stagione sinfonica.
Nessun commento:
Posta un commento