Abbiamo messo insieme una celebre frase espunta dai I promessi sposi - gli sposi nel nostro caso non sono Meloni e Berlusconi e neppure Meloni e Salvini, bensì Meloni e il Paese, meglio che la 'nazione' ); e un detto popolare famosissimo, per raccomandare a Meloni di andare certo spedita, perchè nulla e nessuno può attendere, ma attenta a non finire, per la troppa fretta, sull'orlo di un precipizio.
E' già accaduto ieri. Certo un semplice errore, ma inaccettabile nelle prime ore di governo. E' accaduto alla premier 'signora' Giorgia - come la chiama il Cav. - che alla lettura dell'elenco dei ministri abbia attribuito a due ministri dicasteri che non erano i loro. Tanto che un'ora dopo l'ufficio stampa di Palazzo Chigi, con un comunicato ufficiale, ha dovuto rettificare le attribuzioni dei dicasteri ai ministri designati. La fretta, ha generato un errore così grossolano, anche se non di sostanza. Ma la forma, alla prima uscita istituzionale della premier, conta pure.
Ma la cosa più curiosa è che i ministri, nella confusionale fretta, si siano dichiarati, con tweet immediati, onorati dei dicasteri assegnati loro, sebbene fossero quelli sbagliati. Il colmo. Se una qualche giustificazione possono avere i due malcapitati è che non vi sono stati contatti fra loro e Palazzo Chigi fino ad un minuto prima della stesura della lista del governo, per cui quale che fosse il dicastero assegnato loro, purché ministri, dovevano dirsi soddisfatti e contenti, forse coscienti di non avere i numeri per meritarsene uno. Uno qualunque.
'Propaganda Live' - che ha mostrato i due tweet - ha anche rivelato, ad onor del 'nuovo' del primo governo della destra, che ben 11 ministri su 24 del 'nuovo' governo, erano presenti nel Governo Berlusconi del 2008: 'nulla di veramente nuovo si crea, e nulla benché vecchio si distrugge'.
Ora la vittoriosa Giorgia Meloni, che ha saputo condurre una campagna elettorale ineccepibile, dopo aver fatto, per tutta la legislatura precedente, opposizione ai vari governi (anche a quello di Mario Draghi...'neanche un unghia', come si suol dire, senza offesa per Meloni; a Draghi l'Europa ha riservato, all'ultimo consiglio, un saluto affettuoso e di altissima stima; maggiore di Draghi l'avrebbero potuto ottenere solo Travaglio e Conte; ma Conte non era premier e Travaglio consigliere ), dopo aver 'risolto' la crisi e formato il suo gabinetto in men che non si dica, ora la premier, prima donna nel nostro Paese ( sì Paese, meglio di 'nazione') è attesa alla prova dei fatti. Vediamo cosa sa fare con la sua squadra.
Tanto per cominciare, la premier ha già il primo grattacapo procuratole da un 'suo' (di Fratelli d'Italia) sindaco, quello di Piombino, dove si 'deve' ancorare un rigassificatore, indispensabile al Paese; ma quel suo sindaco dice che non lo vuole, fottendosene del fatto che alla 'nazione', secondo la sua vulgata, senza quel rigassificatore verranno serissimi problemi a causa della crisi energetica.
I sovranismi, cara premier, fanno sempre male, perché al sovranismo nazionale, se ne può opporre uno regionale e perfino uno comunale, come nel caso di Piombino. Sempre di sovranismi si tratta, cioè di egoismi.
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