Beatrice Venezi è direttore d’orchestra, Giorgia Meloni presidente del Consiglio. Due donne che hanno scelto di anteporre il ruolo, che non ha genere, alla loro persona in ambito lavorativo. Una scelta che, sia per l’una che per l’altra, ha suscitato polemiche e critiche da parte delle femministe, davanti alle quali hanno deciso di fare spallucce, portando avanti una vera (???) rivoluzione, di fatti e non di parole - si giustificano.
Beatrice Venezi è la madre di questa battaglia nel nostro Paese da quando, durante la sua partecipazione a Sanremo - il pulpito conta - ha rivendicato il diritto a farsi chiamare direttore, attirandosi addosso critiche.
A differenza della Meloni, che carisma e capacità ne ha dimostrate anche prima di entrare a Palazzo Chigi, per la Venezi questo è l'unico modo per attirare l'attenzione su di sé, giacché non è ancora riuscita a farlo, in nessun altro modo e in nessuna occasione, attraverso la sua professione di direttrice d'orchestra.
Potranno chiamarla anche 'direttore' come Lei vuole anzi esige, ma schiappa (tradotto: poco dotata e discutibilissima) resta. E, perciò, direttrice o direttore, non cambia nulla.
Nel caso della Meloni, per puro fatto linguistico, avrebbe potuto farsi chiamare 'la' presidente, ma se Lei preferisce 'il' presidente, contenta lei...
Ma essendo così filogovernativa, alla Venezi quest'anno il concerto di natale al senato non glielo toglie nessuno... Tanto, dopo quello di Allevi, siamo pronti a sopportare qualsiasi cosa.
RispondiEliminacaro Marco, ne vedremo ancora delle belle e dobbiamo prepararci a sentirne delle brutte
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