Art.34 della Costituzione: "La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso".
Quando la Costituzione parla del merito si riferisce chiaramente al fatto che gli studenti meritevoli e capaci hanno il diritto di raggiungere i gradi più alti degli stufi, e lo Stato, qualora provengano da famiglie che non hanno i mezzi per consentire loro questa ascesa personale e sociale, deve aiutarli. Ed elenca la Costituzione alcuni modi con cui aiutarli.
Il MERITO non può essere accostato all'istruzione, specie a quella inferiore. Semmai occorre considerare il merito dopo gli studi universitari, laddove - e lo sappiamo bene tutti - il merito non è il fattore principale per l'ascesa sociale.
Oseremmo dire che nelle scuole di ogni ordine e grado, università compresa, lo Stato deve pretendere da questa istituzione fondamentale di ogni Paese, che si sforzi di portare tutti, a seconda delle capacità di ognuno al compimento degli studi. E tale sforzo deve essere considerato il massimo Merito della scuola come tale.
Poi si può anche considerare che nella professione, all'interno della scuola, il merito deve avere un peso nella scelta degli operatori e nello stabilire la loro carriera. Qui sì, devono andare avanti i più meritevoli, che significa i più idonei perché più preparati, non tutti. Perché una volta formati, una volta cioè che la società ha offerto a tutti le possibilità di formazione e istruzione, chi non ha voglia e non è ritenuto capace non può accampare gli stessi diritti, manifestare le medesime pretese di chi, invece, ha volontà di fare e soprattutto è capace, e si è per questo guadagnato meriti.
Infine, una provocazione, prendetela così. Si applichi il merito nella scelta di coloro che devono poi governare un paese, perchè qui come in altri campi si vede che in Italia il merito non è tutto, anzi è quasi niente. Pensiamo a tante carriere avviate e cresciute all'ombra del potente di turno. L'elenco dei casi sotto gli occhi di tutti sarebbe lunghissimo. Perchè in Italia, lo ha detto anche uno scrittore acuto e seguitissimo, l'unico merito universalmente riconosciuto è il SERVIZIO. Non gli 'anni' di servizio, ma il servizio reso a chi conta. Altro che scuola!
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