martedì 9 febbraio 2021

Stefano Mazzonis. Un ricordo

 Chi viveva a Roma e si occupava di musica, nei primi anni Ottanta, non poteva non conoscere Stefano Mazzonis, che aveva inventato i famosi Concerti Italcable, lui appassionato di musica - cugino di Cesare, da non dimenticare - ma dipendente di alto livello della compagnia telefonica Telecom. 

 Quei concerti lautamente finanziati dalla compagnia telefonica, domenicali, ospitati al Teatro Sistina, divenuti l'attività principale di Mazzonis all'interno della Compagnia telefonica  che ne riceveva beneficio in termini di  buon nome, hanno portato a Roma, molti musicisti di grande notorietà; e questo accreditò sempre più Stefano nel mondo musicale, quasi ne facesse parte di diritto per competenza professionale. Lui naturalmente favorì tale accredito. Non era raro vederlo girare con le partiture tascabili delle musiche che faceva eseguire ai suoi concerti. Nel frattempo aveva appreso il mestiere di manager nell'ambito della musica, e per quella sua capacità ebbe anche incarichi fuori dei Concerti Italcable, una volta terminati.

Di quei concerti, ai quali spessissimo abbiamo assistito,  ricordiamo per la loro singolarità, ad esempio, un concerto di Badura-Skoda, che si esibì anche nelle vesti di pianista 'informatico', suonando su un supertecnologico pianoforte Boesendorfer, cui era stato applicato un computer; lì ascoltammo anche  quel caso 'umano' diventato il pianista australiano Helfgott, dopo che il film Shine, candidato all'Oscar, aveva narrato la sua straziante vicenda personale, e molti altri.

Spesso, per il dopo concerto, ospitava nella sua casa di Prati, dalle parti di Piazza Mazzini, noi giornalisti e gli artisti; in uno di quegli incontri conoscemmo da vicino Pogorelich, giovanissimo, e la sua maestra-pigmalione, successivamente anche sua moglie.

Sempre i Concerti Italcable lo legarono ad alcuni musicisti, Accardo fra questi, che gli sono rimasti amici fino all'ultimo e che spesso erano ospiti dei suoi concerti a Liegi, dove si era trasferito dopo l'esperienza di Bologna. Alla quale (Teatro Comunale, come Sovrintendente), arrivò dopo che sua compagna era diventata Maria Delogu, vedova di Claudio Casini, imparentato all'omonimo noto politico.

 Fu proprio Casini politico a segnalarlo e proporlo con vigore all'allora sindaco di Bologna, Guazzaloca, per quell'incarico; dove Mazzonis volle al suo fianco un giovane di belle speranze, anche lui arrivato attraverso singolari vicende addirittura al vertice dell'Opera di Roma: intendiamo Vicenzo De Vivo, ancora in circolazione nella provincia italiana.

Finita l'esperienza bolognese - non gloriosa, se ricordiamo bene - partecipò ad una chiamata internazionale del teatro belga di Liegi, dove si trasferì e dove ha lavorato, apprezzato, per molti anni, anche come regista, oltre che come direttore anche artistico e generale.

Sue notizie in Italia, in tutti questi anni, sono giunte per qualche ripescaggio di opere dimenticate, per alcuni inviti della 'gente che conta' come Corrado Augias (invitato a parlare di Traviata, il capolavoro verdiano), come anche, più di recente, per aver offerto un incarico stabile alla Scappucci, direttrice d'orchestra, e per alcune sue regie che sono state importate anche da noi (Regio di Torino, ad esempio).

Con Stefano abbiamo sempre avuto rapporti cordiali. Ed altrettanti anche con l'allora sua compagna ed attuale moglie Maria Delogu, ancora sposata Casini che chiamammo a condurre la trasmissione che per qualche anno avevamo condotto su Radio 3, intitolata 'Piano Time', quando gli impegni della direzione della rivista non ci consentirono più di far fronte  anche a quelli radiofonici settimanali.

 Di lui parlammo, appena qualche anno fa, con Accardo, che si disse entusiasta del lavoro che svolgeva a Liegi e ci raccontò della loro amicizia  che durava ancora. Non sapevamo del suo male che i giornali hanno definito 'fulminante'. Ne siamo sinceramente addolorati. Condoglianze a Maria.


Nessun commento:

Posta un commento