martedì 15 settembre 2020

Marco Travaglio pro Conte e il suo Governo; Aldo Grasso pro Cairo e la sua tv

Pur comprensibile l'appoggio al proprio datore di lavoro o alla forza politica di riferimento, costi quel che costi,  anche senza la preoccupazione di salvarsi la faccia, riesce impossibile  accettare certi livelli di assoggettamento, quando sono apertissimi, e  in spregio di qualunque galateo e decenza.


Di Marco Travaglio che ha reso il suo giornale l' 'house organ' del governo dei Cinquestelle (ma del PD no), e in primis di Conte; come anche di Aldo Grasso, critico televisivo severissimo che ogni giorno o quasi fa la serenata al suo editore e alla sua televisione, abbiamo scritto già altre volte. E dunque, in linea generale non avremmo altre ragioni per ripeterci, se non fosse perchè sui giornali di oggi e in tv ieri, i due campioni ci hanno offerto altri esempi concreti a supporto della nostra convinzione. 


Ieri Travaglio, come quasi ogni sera, era ospite de La7 (da Gruber, mai da Mentana) con altri illustri interlocutori. Tema principale di discussione, come ovvio, la riapertura delle scuole, nonostante tutte le criticità difficili da passare sotto silenzio per fare un favore a qualcuno. 

Non prendiamo neppure in considerazione le critiche rivolte all'attuale governo sulla scuola da Mariastella Gelmini, disastroso ministro dell'Istruzione, oltre che ignorante su molti fronti (basta andarsi a leggere i giornali dell'epoca per rinfrescare la memoria, anche sul numero degli allievi per classe che proprio Lei portò a numeri indecenti e diseducativi). 

Ci ha colpiti, invece, la difesa di Travaglio,  condotta a spada tratta e su tutti i fronti, della ministra Azzolina che non ha assicurato in tempo personale, banchi, spazi, oltre naturalmente alle mascherine ed ogni altra cosa per scongiurare il pericolo di prossime intermittenti chiusure.

Travaglio non ha fatto l'elenco che oggi abbiamo letto su molti giornali;  e non si è soffermato sui banchi che arriveranno , se tutto va bene, entro la fine di ottobre; no, ha puntato sull'unico punto a favore della scuola, non tanto di Azzolina ma di Arcuri, senza però mai nominarlo. Avevano detto i nemici di questo governo - ha detto Travaglio - che le gare di appalto per aggiudicarsi la fornitura dei banchi, chiuse alla prima decade di agosto (non era troppo tardi per una consegna in tempo con la riapertura delle scuole?), sarebbero andate deserte. E invece si sono sbagliati; le gare non sono andate deserte e i vari lotti per la fornitura sono stati tutti aggiudicati. Ma la scuola non veniva riaperta a metà settembre? Che fanno senza banchi fino a quasi novembre?

Ad Arcuri, invece, come al grande assente, ha fatto riferimento Grasso nella sua rubrica di oggi sul Corriere , ' A fil di rete', ma solo alla fine del suo panegirico a Cairo - non è la prima volta che lo tesse - in ragione del 'servizio pubblico' che La 7  rende molto spesso, supplendo alle manchevolezze ed alle distrazioni non involontarie della tv pubblica, e che ha nuovamente reso l'altra sera con la trasmissione ' La notte prima degli esami', dedicata alla ripresa della scuola 'in presenza' e affidata per la conduzione  a Myrta Merlino, già compagna proprio del commissario Arcuri.

 Aldo Grasso, dopo aver incensato Cario per La 7, in ragione della trasmissione della Merlino, avendo capito di aver esagerato - ' di averla fatta fuori del vasetto', come si direbbe nelle aule scolastiche e universitarie -  si è vergognato e, invece, che  concludere con la classica 'ciliegina sulla torta', ha optato per 'il verme nella ciliegia'.    

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