E' necessario premettere che Katia Ricciarelli è una giocherellona. Non ci riferiamo al Casinò, perchè lì era una giocatrice, altro che giocherellona. Intendiamo che le piace scherzare, sugli altri mai su se stessa. Ha spirito umoristico, ma non conosce l'ironia che potrebbe essere per una come Lei che ha goduto di grande notorietà in passato, un lontano passato, l'arma più adatta per ripresentarsi in pubblico e tentare di rimettersi in gioco. Ma certo non come cantante; quella sua lunga presenza in palcoscenico è ormai solo un ricordo.
Oggi Katia Ricciarelli fa l'attrice, a riportarla su un palcoscenico operistico è stata una sua amica, Cecilia Gasdia, sovrintendente dell'Arena di Verona - la cui carriera di cantante in palcoscenico si è conclusa anzitempo, come per la Ricciarelli, anche se per ragioni non identiche. Cecilia Gasdia l'ha scritturata per fare 'mamma Lucia' in Cavalleria rusticana, quest'estate, in Arena, con la regia di Gabriele Muccino.
Un ruolo, vocalmente secondario, da attrice più che da cantante, che non le darà certamente una nuova opportunità, dopo che da tempo è lontana dal palcoscenico. Perchè Lei la voce per cantare - anche minima - non ce l'ha più, per scelte sbagliate che ad un cantante possono costare la carriera, troncandola anzitempo, che è poi ciò che è accaduto a Lei. Neppure gli anni di matrimonio con Pippo Baudo, ras della televisione, con la notorietà che ne è conseguita, sono riusciti a farle riprendere il canto: quel che era stata era ormai solo un pallido ricordo.
In previsione di tale suo esordio da 'cantattrice' in Arena, la Riccairelli è tornata a 'cantare' sul mondo dell'opera , che Lei oggi frequenta perlopiù come giurata in concorsi internazionali, come insegnante (attenzione, allievi di canto, fatevi insegnare anche come si deve fare per non finire come Lei!) e qualche rara volta come amministratrice di istituzioni musicali, ruolo al quale sembra, dopo alcune esperienze non certo memorabili, ancora aspirare.
In una delle interviste uscite dopo l'annuncio del suo debutto in Arena ( Giuseppina Manin, Corriere della Sera) si è spinta ad affermare che oggi il divismo è finito, le grandi dive di un tempo non ci sono più, l'ultima è stata la Callas, anzi la penultima, perchè l'ultima è stata Lei. E' chiaro che scherzava, mentre non scherzava affatto quando diceva che una delle cantanti che oggi muovono reazioni simildivistiche, diva non è. Il riferimento era alla soprano Anna Netrebko, alla quale si spinge anche a dare consigli di carattere 'estetico': non vada a braccia nude in palcoscenico, alla sua età!
Sul consiglio possiamo anche esser d'accordo, ma che quella sua collega abbia bisogno dei suoi consigli artistici per continuare nella carriera, che è poi la stessa della Ricciarelli di una volta, proprio no.
Occorre intendersi sul termine e concetto di 'diva'. Nel nostro caso lo si attribuisce a cantanti - uomini o donne - che sanno agitare in tutti i sensi (approvazione o contestazione!) platee e loggioni di teatri ed arene.
Che poi non la/lo riconoscano per strada, come accadeva un tempo e forse è accaduto anche alla Ricciarelli, vuol dire poco. Oggi, per strada riconoscono i 'divi' di cartapesta che offre la tv e lo sport se va in tv; forse neanche il cinema riesce più ad imporre i suoi, e nell'un caso come nell'altro le ragioni del divismo hanno a che fare con elementi diversi da quelli che un tempo facevano una diva: quasi mai non sono direttamente connessi alla professione.
Star del mondo dello spettacolo che riescono a muovere ed a far vibrare le masse se ne contano solo nel campo della cosiddetta musica 'leggera' e solo quando sono in palcoscenico, giù dal palcoscenico pochi se li filano. Ed è sano che avvenga!
Comunque la Ricciarelli scherzava quando diceva di esser lei l'ultima diva, come scherzava anche quando affermava che tornerà a 'cantare', in Arena.
Infine, seriamente, annunciava che sta preparando un film sulla sua vita, 'perchè ho molto da raccontare'. Altro errore madornale perchè, a parte il fatto che bisogna vedere quanti sono quelli interessati a conoscere la sua vita, gli esempi passati e recenti che hanno riguardato alcuni grandi personalità, anche divi, del passato (dalla Callas a Pavarotti a Gould) le loro 'seconde' vite sullo schermo non sono riuscite ad accendere una seconda volta gli animi dei fans di un tempo.
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