Freccero trova - ma è forse l'unico a pensarla in questa maniera - che l'offerta fatta alla Gabanelli non sia indecente, come pensano tutti compreso Anzaldi, Pd, segretario della Commissione di vigilanza Rai, e teorico del partito di Renzi.
Il quale giustamente si domanda: ma è stato fatto un esame preliminare alla Gabanelli per vedere se la nota 'inchiestista' è capace di dirigere una testata giornalistica? Certo che l'esame preliminare non le è stato ancora fatto; è forse per questo che intanto il Dg Rai le ha offerto una vicedirezione. Intanto impara cosa voglia dire dirigere - o vicedirigere una testata giornalistica come è Rai News 24, ora diretta da Di Bella - poi si vedrà, una volta superato l'esame e terminato con successo l'apprendistato. Nulla di più ragionevole, se non fosse che al segretario della Commissione di vigilanza nessuno ha fatto mai un esame per constatare se ha la professionalità per tale incarico, che gli è venuta direttamente dal suo capo padrone.
Non stupisce, invece, il silenzio di Monica Maggioni, presidente Rai, che, secondo le malelingue, è quella che in azienda avrebbe osteggiato il progetto della nuova testata giornalistica web Rai. Ma il silenzio della Maggioni ha anche una seconda chiave di lettura, tutta favorevole alla Gabanelli. Lei ci è passata e quindi non vuole che anche la Gabanelli soffra ciò che Lei ha sofferto, per volere di Gubitosi, che da 'inviata' di guerra la promosse sul campo direttrice di Rai News 24, e cioè il totale insuccesso. Constatazione che darebbe ragione ad Anzaldi, il quale ultimamente ha deciso per mettere a tacere tutte le malelingue che lo attaccano giornalmente, di sottoporsi all'esame attitudinale che lui, giustamente, chiede per la Gabanelli.
Noi seguiamo da anni Anzaldi; e negli ultimi anni con maggiore dedizione. Da quando , al tempo di Ignazio Marino sindaco di Roma, dopo le dimissioni della sua assessora alla cultura, Barca, in cerca di un sostituto, propose al povero sindaco, povero di idee quanto la stessa Raggi, che poi non ascoltò il suo consiglio, scegliendo la Marinelli, di fare assessore Michele Dall'Ongaro, di stretta osservanza Pd, allora dirigente Rai per la musica.
Al di là della fede Pd- che, comunque, non l'avesse avuta solida, il candidato avrebbe potuto abbracciare anche dopo, disinteressatamente, Anzaldi era rimasto colpito dalla dedizione di Dall'Ongaro nel curare i cazzi suoi in Rai. E si era detto: se mette nella gestione della cultura a Roma la stessa dedizione, che mette nella cura dei cazzi suoi in Rai, per Roma sarà una svolta.
Ignazio Marino non gli diede ascolto, anche perchè Anzaldi era uomo di Renzi e a Renzi Marino non è andato mai giù, e scelse la Marinelli. Male fece, perchè senza Dall'Ongaro e la sua dedizione, il sindaco chirurgo e l'intero suo gabinetto colarono a picco in pochi mesi.
Dunque meglio ascoltare il teorico PD, Michele Anzaldi, vale anche per la Gabanelli.
Nessun commento:
Posta un commento