Adesso che Di Maio, obtorto collo (che sceneggiata!), ha deciso di accettare la candidatura a premier, per il suo movimento, candidatura che lo porterà anche a reggere le sorti del partito - ma non si criticava Renzi perchè da premier guidava anche la segreteria del PD? - vien da convincersi che i guai non vengono mai da soli. Non bastava Raggi, ci voleva anche Di Maio? L'unica speranza è che il popolo degli elettori si ravveda e non faccia l'ulteriore tragico errore di mettere, dopo Roma, anche l'Italia, nelle mani di un perfetto incapace, alle prime armi con l'amministrazione pubblica, non di una città ma del paese. Dio ce ne scampi!
Ma adesso che il pericolo Di Maio è ancora lontano e ci sarebbe tempo per scongiurarlo, vogliamo fermarci alla Raggi, che Travaglio nei giorni scorsi ha difeso a spada tratta contro tutti quelli che vorrebbero ritenerla responsabile di tutti i mali di Roma passati e presenti, compreso - ironizzava il giornalista - un eventuale futuro assalto di cavallette e l' invasione dei dinosauri.
Per le cavallette ed anche per i dinosauri Travaglio ha buon gioco a difendere la Raggi. Ma, per quasi tutto il resto tirato in ballo, con acuta ironia, no.
Ieri s'è venuto a sapere, dopo la paventata epidemia del morso della zanzara tigre che sta colpendo, in modo particolare nel Lazio, ed anche a Roma, ma che si teme colpirà ancora fino a quando il clima non diventerà freddo, che l'assessore Montanari, ad aprile quando si doveva prevenire, non ha dato seguito alla normale disinfestazione, per il timore di nuocere all'ambiente. Cioè quei disinfettanti che gli avvisi affissi nei vari condomini, che a loro volta praticano la disinfestazione in spazi privati, assicurano non essere nocivi per le persone, lo sarebbero, secondo la assessora alla monnezza, per l'ambiente. Fatto sta che la mancata generale disinfestazione pubblica ha fatto sì che le larve con il clima caldo si schiudessero e facessero uscire le temibili zanzare.
La Raggi non ha ascoltato neanche il primo allarme nei primi giorni di settembre, quando la si invitava a provvedere con urgenza, anche se troppo tardi, alla disinfestazione. Lei ha atteso una settimana, consentendo ad altre zanzare di volare libere e mordere gli ignari incolpevoli cittadini.
La disinfestazione da sola non basta, Travaglio; occorre anche che i cassonetti per la raccolta dei rifiuti vengano regolarmente svuotati e disinfettati per evitare, dopo le zanzare, anche i ratti che ora girano indisturbati a pascersi nella monnezza.
Travaglio, scherzi ed ironia a parte, dovrebbe spiegare perchè non dovremmo attribuire alla Raggi la responsabilità - che è sua e solo sua - di questi disastri.
Il direttore del Il Fatto Quotidiano che ieri si è improvvisato critico musicale del suo giornale, per il concerto di Bocelli al Colosseo, dove naturalmente era ospite: due ore di bellezza, ha scritto, dimostrando di non avere nessuna contezza del dozzinale spettacolo (perchè non ha chiesto a Isotta di scriverne?), avrebbe dovuto prestare ascolto al lapsus di Bocelli, il quale nell'Inno a Roma di Puccini, avrebbe cantato, se abbiamo sentito bene, rivolto al 'Sole che sorge,: non vedrai nessuna cosa al mondo peggior ( maggior, dice il testo originale) di Roma, sotto la Raggi. Alla quale, presente al concerto, sono sicuramente fischiate le orecchie
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