Zanda con quelle sue dichiarazioni, la seconda, relativa alla riforma dei vitalizi passati, che lui non vuole, avendo prima affermato che la riforma sarebbe incostituzionale - quando si mettono le mani in tasca ai ricchi, viene sempre tirata in ballo la Costituzione, quella che i poveri non li difende mai; ed ora che riformando i vitalizi ci sarebbero anche padri della Repubblica, ottantenni o novantenni - ma quanto campano questi patriarchi! - che resterebbero senza pensione - e sarebbe disdicevole - è veramente PATETICO.
Zanda non è solo, perché è in, buona, compagnia di Sposetti, quello che ha difeso il tesoretto dei DS, e che ora difende le vedove anche di quei padri della Repubblica, che sono rimaste accanto ai loro mariti sempre, nella buona ama anche nella cattiva sorte (quale?), e che ora verrebbero gettate in mezzo alla strada. Sposetti, come hanno fatto con quei poveri disgraziati, anche l'altra settimana a Roma, quando hanno perfino usato gli idranti? No, risponde Sposetti, non come quei poveri disgraziati che, comunque, la pensione non l'avevano, però almeno metaforicamente come loro.
Sia Sposetti che Zanda sbagliano di grosso: non si toglie la pensione ai patriarchi e neppure alle matriarche. La si riduce solo, ricalcolandola. Perchè Sposetti e Zanda non considerano che ci sono patriarchi e matriarche, ma c'è anche molto altro, che usufruiscono, SENZA AVERLI MERITATI, dei vitalizi, anche da trenta quarant'anni e forse ancora di più, con un particolare trattamento, favorevole, nel caso di reversibilità.
Sposetti e Zanda, ma non solo loro, provano ad agitare lo spauracchio del ricalcolo di tutte le pensioni da parte di quei ladroni dell'INPS. State attenti - ricattano! - che un giorno potrebbe l'INPS fare altrettanto con tutte le pensioni in essere, oltre che con quelle future, sulle quali però il metodo contributivo è stato già definito in esclusiva per legge, come anche per parlamentari e consiglieri regionali.
E sono pure in cattiva fede, sia Sposetti che Zanda e gli altri loro sodali, perchè tale previsione - un vero ricatto con il quale sperano che il popolo tenga ancora a riposo i forconi - è a chiare lettere vietata da un articolo della stessa legge che vuole rivedere i vitalizi. Ma anche e soprattutto perchè le pensioni in essere calcolate con il metodo misto - contributivo e retributivo - sono quasi sempre il frutto di trenta quaranta'anni di LAVORO, salvo alcune ben note eccezioni ( per le quali tuttavia erano previste almeno vent'anni di lavoro). E comunque quando mai parlamentari, consiglieri regionali ed eletti in qualunque altra istituzione ( si pensi al particolarissimo regime che riguarda compensi e pensioni dei cosiddetti 'parlamentari' della Regione Sicilia), hanno prestato rappresentanza pubblica per trenta quarant'anni per meritarsi gli IMMERITATI VITALIZI? Nel loro caso i trenta quarant'anni rappresentano il tempo medio del godimento del vitalizio, non della prestazione di 'lavoro', a seguito del quale avrebbero potuto meritare l'immeritato, in ogni caso, vitalizio.
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