venerdì 29 settembre 2017

SOS. La stampa 'amica' corre in soccorso di Carlo Fuortes

Carlo Fuortes, evidentemente, non è abituato ad avere 'mala stampa' ( la stampa, cioè, che scrive male di lui e delle sue gestioni, quando è il caso) e non considera neppure tale possibilità; e allora, quando ciò accade, per rimediare, chiama in soccorso la 'stampa amica' per il consueto 'bollettino di vittoria'. A Giuseppe Videtti che gli teneva il microfono del Venerdì ( La repubblica) e gli faceva anche da 'bordone', ha potuto dire tutto quello che voleva senza che il microfonista potesse intervenire per precisare, correggere, incalzare il più invidiato e conteso sovrintendente italiano, che il mondo ci invidia e che volentieri ci ruberebbe. Ma lui no, resta qui, per la gioia nostra e la gloria del melodramma.

Ora che c'è lui, l'Opera di Roma non ha più bisogno - ha dichiarato - di continue trasfusione di soldi freschi, come nel passato, perché lui i conti li sa tenere in ordine. Che altro deve fare un amministratore, con la fama di risanatore? Perchè allora lamentarsi, non più tardi di qualche mese fa, della riduzione di finanziamenti del Comune, a seguito della quale - lui disse- aveva cancellato, a malincuore(?) il festival di teatro contemporaneo (FFF) e mandato a casa Battistelli che proprio per quel Festival risultava nella pianta organica del teatro?

Ribadisce che 'ama la lirica, che gli fa battere il cuore e che da sempre aveva desiderato dirigere un teatro, dai tempi dei successi all'Auditorium'.
Contro il quale, invece, lancia qualche stupida frecciatina: contro l'amministratore delegato spagnolo, per colpa di Marino – qui casca l'asino dell'internazionale Fuortes - ed una programmazione che non è più quella di una volta. Dimenticando di dire, con il silenzio complice di Videtti, che l'ultima stagione del complesso romano costruito da Piano, affidato alla sua direzione (quando ancora teneva il piede in due scarpe - auditorium e opera - e Noriega non aveva di fatto ancora programmato nulla ha fatto acqua: è stata, per il bilancio la stagione peggiore) e che la programmazione attuale non è poi così differente da quella delle sue passate gestioni (quando i sindaci amici facevano ogni anno trasfusioni di soldi freschi, a seconda delle condizioni del bilancio, per chiuderlo sempre in pari o in leggero attivo) e che, infine – ma questo mai e poi mai avrebbe potuto ammetterlo – la stagione passata, compresa quella estiva, HA CHIUSO IL BILANCIO IN NETTO ATTIVO, anche l'Auditorium, con un aumento del pubblico considerevole.

A seguire alcuni estratti dei più recenti nostri post riguardanti Fuortes, e le sue gestioni, non a parole, ma attraverso i numeri


Successo della stagione all'Arena di Verona 2017, sotto il commissario Fuortes.
                                                           NUMERI


- Dei posti disponibili, ogni sera, della vasta platea, 13.000 circa, mediamente ne sono stati occupati intorno agli 8.000, lasciandone vuoti 5.000 appena a sera che, moltiplicati per 48 serate, fa 240.000 posti circa invenduti per tutta la stagione, superati di gran lunga da quelli venduti: 380.000 circa.

Rispetto alla stagione precedente, disastrosa, l'incremento è stato del 2,8 % circa.
L'unica serata che ha fatto un quasi flop è stata quelle in cui veniva eseguita la IX Sinfonia di Beethoven, che ha totalizzato circa 7.000 biglietti venduti, con il positivo risultato di non veder pigiati gli spettatori come nelle altre sere, quando erano mediamente 8.000. Insomma con metà Arena vuota si respirava a pieni polmoni.

- Gli incassi hanno registrato un incremento rispetto al 2016 del 3% circa, attestandosi quest'anno intorno ai 22 milioni e 600 mila circa. Nelle 48 serate di spettacolo, l'incasso medio è stato di 470.000 Euro circa, con l'eccezione in negativo della serata della celebre ultima Sinfonia beethoveniana, quando l'incasso è stato di poco superiore ai 250.000 Euro circa.

                   L'Opera di Roma del sovrintendente Fuortes a Caracalla 2017
                                                                NUMERI

Quest'anno Caracalla ha superato ogni record di incasso,  aumentando le entrate del 23%, e il pubblico del 25,5%, salito da 61.650 dell'anno scorso, ai 77.600 di quest'anno; quasi 16.000 in più -
ha dichiarato il sovrintendente Carlo Fuortes.

(Tanto per fare un paragone, l'anno scorso 'Luglio suona bene' all'Auditorium registrò il più basso indice di riempimento della cavea, registrando appena 77.000 spettatori, stando al comunicato ufficiale di Musica per Roma. Ora la cavea ha una capienza inferiore a Caracalla, poco più di 3000 posti, e dunque se le serate sono stati pari di numero, quota 77.000 è il minimo mai registrato all'Auditorium; mentre Fuortes lo presenta come un record per Caracalla; mentre record sarebbe se il pubblico si attestasse intorno a 100.000 o più. Dunque anche questa resoconto di fine estate di Fuortes non convince).

Fuortes, che è un tecnico specializzato nell'economia della cultura e che i conti come anche i paralleli con il passato dovrebbe saperli fare, non dice che l'anno scorso a Caracalla ci sono state 25 serate, contro le 29 di quest'anno, dunque  con una disponibilità di 16.000 posti in più, quest'anno:
praticamente coincide con l'aumento di pubblico registrato a Caracalla ora. Si dovrebbe quindi dire che il pubblico di quest'anno è stato apri a quello dell'anno scorso, e che l'aumento è semplicemente il risultato delle 4 serate in più.

Nella stagione Caracalla 2016 si sono avute 25 serate, con una disponibilità di 100.000 posti circa; ne risultarono occupati - a detta di Fuortes  che ha paragonato la stagione presente a quella passata, 61.850, il che vuol dire che 38.150 restarono, nelle 25 serate, vuoti, cioè a dire 1.500 circa a sera, facendo una media.

Quest'anno, che secondo quel che dice Fuortes, è stato battuto ogni record, per le 29 serate i posti disponibili erano complessivamente 110.000. Ne sono risultati occupati, sempre secondo il sovrintendente, 77.600; perciò complessivamente sono rimasti vuoti 32.400 posti, facendo una media: oltre 1000 posti a sera sui 4000 disponibili, sono rimasti invenduti.

 Allora quale grande differenza con l'estate 2016? Nessuna. Quest'anno 1000 posti circa invenduti ogni sera, l'anno scorso 1500 circa. Un miglioramento c'è stato, e di questo saremmo felici a parità di numero di spettacoli che quest'anno sono aumentati di quattro unità.
Ma quella platea dovrebbe essere piena ogni sera; ed invece, anche quest'anno non lo è stata. Speriamo che il sovrintendente mediti sulle sue sbandierate 'vittorie di pirro/fuortes'.

Se poi vogliamo soffermarci in particolare sugli incassi, anche in questo caso i conti di Fuortes non tornano.
Ha dichiarato che quest'anno Caracalla ha incassato circa 780.000 Euro in più dell'anno scorso, quando aveva incassato circa 3.340.000 Euro, mentre quest'anno circa 4.120.000.
Ed ha specificato che il successo di stagione estiva si è avuto con Carmen, che ha fatto incassare 1.200.000 Euro, dunque 120.000 Euro circa, di media, per ciascuna delle 10 serate.

Ma se le altre 19 serate hanno fatto incassare all'incirca 3.000.000 di Euro, vorrà dire che ciascuna di quelle serate ha fatto arrivare nelle casse dell'Opera più di 150.000 Euro a sera. Naturalmente parliamo sempre di una media. E allora il successo di Caracalla 2017, quanto a incassi, non è stata Carmen, ma qualunque altro spettacolo ( opera, balletto, extra) di Caracalla 2017. Prima di sparare cifre, Fuortes rifaccia bene i conti, magari aiutandosi con una calcolatrice che sicuramente sarebbe molto più precisa ed esatta di lui.


                         Opera di Roma 2106-17. Previsioni per Caracalla 2017
                                                               NUMERI

A stagione estiva 2017 appena iniziata, un terzo dei biglietti disponibili, attenendoci sempre alle strombazzate di Fuortes, sarebbe stato venduto. Staremo a vedere se ugual sorte toccherà anche agli altri due terzi - e noi saremmo i primi a gioirne, ma non per Fuortes, ma per il Teatro dell'Opera - che potranno finalmente far cantar vittoria, a battaglia finita, a Fuortes. Il quale solitamente, a distanza ravvicinata, per non raccontare anche di perdite e ferite, non pubblica mai il suo bollettino di guerra, mentre lo fa sempre molto tempo dopo, contando anche sulla scarsa memoria o benevolenza dei suoi ascoltatori, come fa anche con il bilancio del teatro.

Del quale bilancio il commissario governativo preposto al fondo 'salva teatri', ha scritto cose non proprio lusinghiere, nell'ultima sua relazione di qualche mese fa. Fuortes s'è difeso, con il bilancio chiuso in pareggio, ma con il festival contemporaneo saltato, e con il buco pregresso che pian pianino ripianerà. Ammesso che riesca a far aumentare il pubblico, anche attraverso le sue 'operacamion', e diminuire le spese, mantenendo alta la produttività del teatro. Ed anche la qualità . A quando il direttore musicale ? Con Gatti si sta ripetendo ciò che accadde con Muti. Anche lui non ha voluto accettare nessun incarico stabile e viene solo ad inauguarare le stagione da un paio d'anni. Intanto - sia detto per inciso - che aspetta Fuortes a togliere dal sito del teatro Muti con quell'incarico che fa ridere: Direttore onorario a vita?

Intanto ha cancellato il festival di teatro contemporaneao (FFF: sembrerebbe una burla, se non fosse un acronimo) che gli costava intorno al milione di Euro (giustificandolo con il diminuito finanziamento del Campidoglio, perciò nessun risparmio); ha cancellato il nuovo allestimento previsto per l'opera Un romano a Marte di Montalti-Compagno, ed ha cancellato dalla direzione artistica anche Giorgio Battistelli (strano che dopo le dichiarazioni di Fuortes: "non avrei dovuto assumerlo', Battistelli non si sia fatto sentire, replicando pubblicamente) ed anche i suoi concerti, risparmiando anche in questo caso, forse, altri due o trecento mila Euro in tutto, o forse più. Non è granché, per ripianare un debito di una sessantina di milioni, ma da una parte, prima o poi, occorre cominciare.
Se pensa di rifarsi con le repliche e il noleggio dell'allestimento della costosissima Traviata, messa in scena da Sofia Coppola con i costumi di Valentino, finge di non sapere che un allestimento costoso come quello è stato ( quasi due milioni di Euro il costo complessivo - una enormità - che per legge non dovrebbe essere consentito!) prima che si ripaghi e cominci a rendere, occorre che  ne passi di tempo.



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