giovedì 28 settembre 2017

La Commissione di Vigilanza parlamentare - Fico presidente, Anzaldi segretario - bacchetta la Rai

La morte di Bortolotto ed il suo ricordo, hanno ieri distolto la nostra attenzione da un fatto abbastanza importante del quale abbiamo già parlato alla vigilia della ripresa di Che tempo che fa del plurimilionario Fabio Fazio, detto 'Fabbio', del quale oggi dobbiamo necessariamente parlare.

Vi abbiamo detto dei contenuti del cosiddetto 'Atto di indirizzo' che la Commissione di Vigilanza parlamentare  Rai aveva inviato alla televisione pubblica, per ottenerne qualche suggerimento - mentre la Rai lo aveva stravolto, per non incorrere in molte sanzioni. I contenuti, riassumendo, erano i seguenti:
1. in una medesima trasmissione uno stesso agente non poteva piazzare più di due artisti;
2.  le agenzie non potevano produrre spettacoli e trasmissioni ma anche fiction nelle quali lavoravano   suoi  artisti ;
3, gli artisti non potevano avere interessi diretti nelle agenzie che li rappresentavano, nè potevano, nel  caso li avessero, produrre i loro spettacoli ( valeva la stessa regola precedente per gli agenti).
4. infine la questione dei cachet che nella tv pubblica non potevano superare  certi tetti, come vergognosamente accade per alcune star.

La Rai, invece, alla fine dell'estate ha rimandato indietro quel documento alla Commissione di Vigilanza parlamentare, stravolgendolo. Per il semplice fatto che essa, nelle, condizioni in cui si trovava, contravveniva a tutte le indicazioni della Vigilanza, prima fra tutte quella di limitare il potere degli agenti, alcuni pochi in particolare, in Rai.

E' dovuto intervenire il soottosegretario Giacomelli per mettere fine al tira e molla perchè altrimenti i contratti dovevano essere ridiscussi e gli agenti messi fuori anche forzatamente ed alcune trasmissioni bloccate.

 Senonchè, nonostante l'intervento di Giacomelli,   quell'Atto di indirizzo, è stato successivamente approvato senza eccessive modifiche e inviato nuovamente alla Rai, perchè ne tenga conto, anche in previsione del prossimo 'contratto di servizio' che la televisione pubblica sottoscrive con il Ministero dell'economia,  che scadrà nei primi mesi del prossimo anno, quando scadrà anche il Cda della Rai, e forse  solo allora si riuscirà  anche a trovare un posto per la Gabanelli , il cui incarico è stato rimandato  di almeno un anno  dai vertici giornalistici della Rai ( Maggioni e Orfeo) e ci saranno le elezioni politiche. Dall'anno prossimo le cose potrebbero cambiare; ed, anzi, sarebbe più  che opportuno che cambiassero.

Non si poteva intervenire già, mettendo un po' di ordine, senza attendere l'anno prossimo? Certamente sì - prendere o lasciare - per i trasgressori. Senonchè, erroneamnete, si è tirato in ballo  il fatto che le leggi o disposizioni non possono essere retroattive. Le stesse ragioni addotte per non toccare i vitalizi passati (in verità non si sono toccati neanche quelli futuri!). Non ascoltando il parere autorevole del costituzionalista Ainis, il quale ha spiegato che la non retroattività può essere invocata in caso di questioni di carattere penale ( non si può condannare uno per un fatto/reato passato, quando viene approvata una nuova, successiva legge che lo sanziona). Ma fatta eccezione per l'ambito penale - dove se ne comprendono le ragioni della incostituzionalità - per tutti gli altri ambiti, amministrativi compresi, la Costituzione non c'entra.
 Dunque anche sulla Rai si sarebbe potuti intervenire, in corsa. Certo creando qualche problema. del quale però non si può dare la colpa al legislatore, bensì a chi quei problemi , coscientemente, li ha creati. Nel caso specifico, anche rimandando di qualche settimana l'esordio della trasmissione di Fazio, e mettendo un freno alle mire occupazionistiche di Beppe Caschetto, agente  anche di Fazio, e di  alcuni altri.

E per questo la stessa Commissione di Vigilanza ha invitato il Governo ad intervenite sulla questione, mettendo ordine nell'universo radio televisivo, per non creare evidenti disparità fra la Rai e le altre reti private. Sebbene la natura della Rai  sia diversa da tutte le altre, per la sua funzione di servizio pubblico, per il canone ecc...

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