Ieri sera abbiamo preso la macchina per raggiungere Nepi, ad un tiro di schioppo da Roma. L'occasione era davvero preziosa. Perchè Salvatore Sciarrino, che fra breve vedrà rappresentata la sua nuova opera alla Scala, nata da un vero 'incantamento' per la musica di Alessandro Stradella ( la cui famiglia era originaria di Nepi, dove in questi giorni si sta svolgendo un prezioso quanto originale festival dedicato al 'genius loci', al quale, solo nel 2000, la sua città natale ha deciso di indicare con una lapide sulla facciata, la casa che abitò, nei periodi in cui visse a Nepi - si pensa, però, che Stradella sia nato e battezzato a Roma), ha deciso di impreziosire ancora di più il bel festival stradelliano, in pieno svolgimento, regalandogli, in anteprima, la presentazione dell'opera, nella accogliente sala 'nobiliare' del Palazzo comunale, dove fra pareti e soffitto è narrata, da affreschi ottocenteschi, la storia della cittadina romana, e sono effigiati i prelati ai quali, nei secoli di maggiore splendore, Nepi ha dato i natali.
Da alcuni anni, Andrea De Carlo si sta dedicando alla sistematica scoperta della sua musica che, oltre che eseguendo, va anche incidendo - di prossima uscita la Doriclea ed Ester - anche nell'ambito del festival, da lui inventato, animato e diretto, che da quest'anno si è consorziato con il Festival Barocco di Viterbo, da alcuni anni muto e che ora potrà risorgere, complice Stradella.
Sciarrino ha voluto riservare alla preziosissima manifestazione la primizia dell'illustrazione dettagliata della sua nuova opera che in novembre si rappresenterà alla Scala - Ti vedo, ti sento, mi pento, il titolo - e successivamente, anche a Berlino che l'ha coprodotta con il Teatro milanese, che gliel'ha commissionata.
Chi conosce il teatro musicale di Sciarrino, ormai ricco di molti numeri, a partire dalla sua opera più rappresentata nel mondo, Luci mie traditrici, e che quest'anno, in occasione dei suoi settant'anni, viene rappresentato dappertutto, deve sapere che la sua nuova opera è qualcosa di molto diverso da tutte le altre già in catalogo. La musica, naturalmente, è sempre quella che conosciamo bene, perchè Sciarrino non intende rinunciare alla sua identità musicale per allettare le orecchie e l'intelligenza del pubblico che troppi oggi si prestano ad assecondare, per un facile immediato successo. L'impianto, invece, è del tutto nuovo. E, sinceramente, c'era da aspettarselo. Perchè ad ogni nuovo titolo per il palcoscenico del suo ricco catalogo, egli ripensa, in base al contenuto dell'opera stessa, l'impianto stesso dell'opera. Che , lo ripetiamo, nel caso di Ti vedo, ti sento, mi pento, sorprenderà non poco tutti
Sappiamo intanto che oltre l'orchestra in buca, ci sarà un ensemble anche in palcoscenico, dove agirà anche il coro, e che la scena si aprirà in un palazzo nobiliare dove una cantatrice sta provando una nuova 'cantata' di Stradella; e sappiamo anche che l'opera si snoderà in venti scene. Sciarrino ha dato anche un assaggio del libretto che, come la musica, reca la sua firma
La visita alla cittadina ci ha fatto scoprire anche una novità che niente a che fare con la musica, ma con la civiltà di una società sì, e per questo ci ha colpiti. E cioè che esistono anche le strisce 'rosa', oltre quelle blu o gialle, a seconda dei casi, a segnare i parcheggi. Nelle vicinanze della piazza centrale dove svetta il Palazzo Comunale, ci sono due parcheggi segnati dalle strisce 'rosa' e riservate a 'mamme in attesa o in compagnia di figli piccoli' - come si legge. Magari qualche altro piccolo Comune e pure qualche Comune di grandi dimensioni potrebbe imitare l'esempio della piccola Nepi.
P.S. All'indomani del nostro 'fuoriporta' stradelliano, leggiamo sui giornali delle 'strisce rosa' che non sono una esclusiva di Nepi, avendole già adottate un Comune, a guida leghista, della bergamasca. Ma con una particolarità di alto profilo. Nell'ordinanza comunale si legge che quelle strisce sono ad esclusivo uso delle donne in attesa, ma si specifica: solo se italiane o comunitarie, non extracomuntarie e neppure omosessuali - ha fatto bene il sindaco a chiarirlo con la sua ordinanza. Per una questione di civiltà.
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