In Italia qualunque carriera, alla quale non si acceda per meriti e per regolare concorso-e sono ben poche, specie nella pubblica amministrazione, la si fa militando come 'fedelissimo' di qualcuno. E siccome il capitano, nel cui esercito occorre militare per far carriera, è solitamente poco capace, pur onesto nella migliore delle ipotesi, le conclusioni sulla identità dei 'fedelissimi' son facili da tirare.
Francesco Girondini, diplomato geometra, fedelissimo di Tosi, militante leghista, ha fatto la sua carriera politica a Verona ed in Regione, anche nel settore della cultura - nel quale chiunque ha qualche chance in Italia - per la sua fede leghista. Una volta al potere, il grande Tosi, diploma di scuola superiore, lo ha voluto al suo fianco e gli ha affidato per molti anni - troppi! - la guida dell'Arena di Verona. Che lui da bravo geometra poco c'è mancato che la facesse cadere a pezzi. Ma è riuscito nell'impresa, quasi impossibile, di affondarla in un mare di debiti, nonostante che l'Arena abbia la platea più grande e più invidiata del mondo, intorno ai 13.000 posti, che, se ben amministrata, potrebbe costituire una rendita ricca e sicura per le casse dell'Istituzione musicale veronese.
A conferma della bravura del Tosi amministratore, va aggiunto che lui, per i cinque anni in cui è stato sindaco di Verona, e il suo scudiero Girondini sovrintendente dell'Arena, non ha voluto nella sua giunta un assessore alla cultura, ritenendo di potervi provvedere da solo. Come ha fatto. Magnificamente.
Girondini, dal canto suo, non è stato da meno, e in un mondo di ciechi lui che aveva un occhio solo, quello del geometra, è stato anche presidente dell'Associazione che riunisce le fondazioni liriche italiane, incarico che ora tiene Cristiano Chiarot, carico di onori e competenze, trasferitosi da Venezia a Firenze ( che è arrivato al vertice della fondazioni lirica veneziana attraverso l'intera trafila interna, partendo dall'Ufficio stampa, ma che, per un periodo, è stato capo segreteria dell'allora sindaco di Venezia, l'ex ministro Paolo Costa, mantenendo anche l'incarico in Fenice).
Ancora. Girondini dall'amico e signore Tosi s'è fatto dare il compenso fra i più alti in Italia : 200.000 Euro più 50.000 a risultato (siamo sicuri che ha avuto anche il premio; ma per aver affondato l'Arena! un bel risultato); ed ha messo su, un inutile museo (AMO) costato oltre un milione di Euro, poco frequentato. Ci vien da pensare all'analogo Museo del Teatro San Carlo messo su da Nastasi, anche per mettervi a lavorare la sua mogliettina, Giulia Minoli.
Ad un certo punto l'hanno dovuto cacciare, Girondini, con la sola opposizione di Tosi, per non far tecnicamente fallire l'Arena. E Tosi gli ha affidato per non ridurlo alla miseria, una società, filiata dall'Arena, che si occupa di avvenimenti extra lirici che naturalmente era ed è in attivo (sfilate di tanga e reggiseni, balletti sul ghiaccio, concerti rock). Non come l'Arena che, per prima avrebbe dovuto benficiarne.
Da Roma, Franceschini, dimostrando di non conoscere nel mondo della lirica che due o tre persone, che candida per ogni cosa, manda a Verona come commissario il prode Carlo Fuortes, sovrintendente a Roma, con l'incarico di tagliare, tagliare. Fuortes trova in sede, già al lavoro per la causa, Francesca Tartarotti, figlia del barone rosso Francesco Micheli, assai in auge come amministratrice nell'era Renzi. D'amore e d'accordo, i due licenziano il corpo di ballo (una ventina di unità), proponendosi di ricorrere alla bisogna a ballerini esterni, e chiudono la fondazione per due mesi l'anno, in autunno, con un risparmio valutato sui 2.500.000 Euro circa).
Carlo Fuortes, che sull'esempio di Franceschini, anche lui conosce poco del mondo della lirica e si fida di pochissime persone, d'accordo col ministro, chiama alla sovrintendenza, restando lui commissario (che pasticcio!) Giuliano Polo che è dirigente dell'Accademia di S. Cecilia, suo affittuario e che quindi conosce bene. Mai stato, prima di arrivare all'Arena, sovrintendente, neppure della banda del suo paese d'origine. Lui , a sua volta, richiama in servizio Paola Fontecedro, che conosce dai tempi di s. Cecilia, che ora vive dalle parti di Verona e che già in Arena ha avuto un incarico una decina di anni fa, facendola tonare all'Ufficio stampa.
E la direzione artistica? Mandato a casa Paolo Gavazzeni, con un commissario e sovrintendente che certamente non sono in grado di formare un cast, il solerte Fuortes ed il fido Polo,, non hanno pensato a sostituirlo; c'é però un 'vice direttore artistico', Giampiero Sobrino. E la confusione cresce sotto le arcate dell'Arena.
Della quale s'è anche saputo che non ha proprio tutte in regola le caratteristiche per ospitare pubblici spettacoli (vie d'uscita in regola, deposito esterno di materiale scenografico ecc..!) e che da anni va avanti attraverso deroghe alle leggi, contenute nella cosiddetta 'milleprooroghe'!
Ora in Arena, Fuortes e Polo attendono il via libera di Padoan per l'accesso al fondo salva lirica, che dovrebbe arrivare questo mese. Dopo di che il suo commissariamento ed anche la sovrintendenza Polo dovrebbero terminare.
Nel frattempo a Verona ci sono state le comunali, vinte dal candidato del centrodestra, l'avv. Federico Sboarina, il quale ha subito nominato l'assessore alla cultura - fondamentale ancor più in una città come Verona, nella persona dell'avv. Francesca Briani, che ha già esperienza nel settore.
Cosa farà Sboarina, sulla cui scrivania fra i primi dossier da esaminare c'è quello dell'Arena?
Polo ha dichiarato, senza vergogna che gli piacerebbe restare a Verona come sovrintendente. Cosa pensa Sboarina, che vuole per le partecipate del Comune persone competenti, ed anche il suo nuovo assessore, non sappiamo.
Di nuovo sappiamo che all'incarico di sovrintendente aspira anche Cecilia Gasdia, cantante, che in
questi anni ha diretto l'Opera Academy Verona, altra filiazione dell'Arena, e che debutterebbe alla guida di una grande fondazione lirica con grandissimi problemi. Anni fa nel CdA dell'Arena aveva militato un' altra cantante veronese, Gigliola Cinquetti, il cui passaggio nulla ha lasciato di memorabile. La Gasdia è stata capolista di Fratelli d'ITalia, altro partito che ha appoggiato la candidature di Sboarina. Conterà nelle decisiooni di Sboarina, come la militanza leghista- ma solo quella non avendo altre compteneze - valse per Girondini con Tosi?
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