Concorsi per professori universitari, amministratori di istituzioni pubbliche culturali e non, e per membri di commissioni ministeriali ecc... veniamo solo ora a scoprire, dopo gli arresti eccellenti e l'indagine della Procura di Firenze, che in Italia sono truccati?
Non c'è campo che sfugga a tale mannaia. Chi ha un pò di potere intende amministrarlo mai secondo le regole, anzi in loro dispregio, e, per aumentarlo, si associa ad altri farabutti, fino a creare un cartello, una vera e propria 'cupola' di potere i cui tentacoli è impossibile recidere e neutralizzare.
A questo schifo si aggiunge anche l'altro illecito che vede avvantaggiati, in ogni carica od incarico, figli, fratelli, sorelle, mogli, amanti. Con un record assoluto, ricordato in questi giorni, dell'ex rettore della Sapienza che non contento di aver assunto come professori ordinari sua moglie e sua figlia, ha trovato modo di asumere anche suo figlio. E meno male che in Italia di figli se ne fanno pochi, mentre di contro oltre la moglie chi ha potere ha almeno una o due amanti, insieme o una dopo l'altra, da sistemare. Di questi giorni è anche la notizia che la Regione Lazio ha compensato lautamente, collaboratori 'di famiglia ' per ricerche che sono risultate essere frutto del classico 'copia e incolla'.
Ognuno di noi può raccontare storie a riguardo, solo che nessuno di noi o pochissimi, nella migliore delle ipotesi, possono dirsi fieri di non aver ubbidito a tale legge non scritta, quando ne hanno avuto la possibilità.
Il flagello dei baroni universitari fa il paio con i politici; i quali, gli uni e gli altri, specie in tempo di crisi, provvedono a creare posti per la propria famiglia, di sangue o mafiosa, senza vergogna.
Quando anche un altissimo dirigente ministeriale, come un direttore generale - tanto per fare un esempio che molte volte, in questo blog, abbiamo ricordato - ha bisogno di trovare un posto per sua moglie, fresca di nozze e proveniente da una delle più influenti famiglie italiane, vuol dire che il pudore la moralità, la correttezza istituzionale ed il MERITO e la COMPETENZA non stanno più di casa in Italia, e il paese è alla frutta.
Per fermarci all'Università, abbiamo più volte segnalato la presenza in cattedra di personaggi assunti a professori, anche temporanei, per via di un incarico di prestigio (per il quale tante volte sono stati indagati e condannati per cattiva amministrazione), nella stessa università della città dove operavano, mai fuori dove non li conosce nessuno neanche per le gesta che, se in presenza, avrebbero potuto lontanamente giustificare tali incarichi.
Ora sarebbe necessario che a questi farabutti che hanno gettato fango sull'Università venisse inibito di insegnare - perchè serva di lezione a tutti - e che la magistratura proseguisse nella sua indagine allargandola a tutta l'Università, dove più che altrove, deve contare il Sapere e la sua trasmissione ai giovani. SENZA ECCEZIONE.
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