La 'grande' scoperta dell'Opera camion, come se fosse la scoperta dell'America - mentre è solo la scoperta, fuori tempo, dell'acqua calda - che i Teatri lirici di Roma e Palermo vantano come propria e come rivoluzionaria, in effetti, anche in Italia, nella provincia italiana, è scoperta ben nota e praticata.Due soli esempi a cominciare dalla più vicina nel tempo.
Un camion con l'opera bell'e pronta per essere disvelata ed esportata senza grandi spese, nelle cittadine vicine, l'aveva già attrezzato la Istituzione Sinfonica Abruzzese, con sede a L'Aquila, quand'era diretta da Vittorio Antonellini. Ricordiamo che una volta ce ne parlò con entusiasmo.
Ma nella provincia italiana, specie quella più provincia delle altre, l'Opera camion l' ha conosciuta molti e molti anni fa, e di una di queste occasioni fummo noi personalmente testimoni perché coinvolti. Ci consentirete, d'ora in avanti, di parlarvene in prima persona.
Trinitapoli, che è la cittadina pugliese, dove sono nato e dove, in occasione della festa patronale, le bande musicali facevano e fanno fare alla popolazione una specie di ripasso del grande repertorio, quello più popolare, del melodramma italiano, nell'estate dei primi anni Duemila ospitò una di queste rappresentazioni, alla quale fui invitato a partecipare, meglio a presentare l'opera che si rappresentava, e cioè Tosca. Il sindaco mi aveva chiesto una simile cortesia, avendo visto in tv, Rai 1, la trasmissione 'All'Opera!, presentata da Antonio Lubrano e di cui ero autore.
A fianco della Cattedrale di Trinitapoli, in uno spazio raccolto ed idoneo, nel pomeriggio stesso del giorno della rappresentazione, giunse un camion con la scenografia; con un pullman sarebbero giunto più tardi - in effetti molto più tardi, per alcune disavventure occorse al mezzo di locomozione - gli orchestrali e i solisti di canto. L'opera era stata rappresentata il giorno prima in Basilicata o giù di lì. E da lì a Trinitapoli ce ne è di strada. Il camion s'era mosso all'alba per giungere in tempo, il pullman con gli orchestrali ed i cantanti, molto più tardi.
Gli orchestrali ed i cantanti giunsero con molto ritardo, e nonostante la stanchezza per la rappresentazione del giorno prima, ed il viaggio avventuroso, tennero testa - come sanno fare professionisti navigati, anche se non sulla cresta dell'onda - alla rappresentazione.
Il sindaco mi disse che aveva ottenuto la rappresentazione pagando la somma di Euro 7-8000 (non ricordo con esattezza) tutto compreso. L'impresa che organizzava quelle rappresentazioni, che ho sempre definito 'spedizioni punitive', a causa dello stress inutile e dannoso, cui vengono sottoposti i musicisti, veniva, con tutto l'armamentario, da uno dei paesi dell'Est Europa (Romania o Bulgaria). Non credo fosse il primo viaggio operistico in Italia, nè penso sia stato l'ultimo. Forse i lettori di questo blog, delle regioni del meridione d'Italia, potrebbero dare conferma.
Allora, cosa hanno inventato Giambrone e Fuortes, i due Sovrintendenti che vogliono sembrare sempre un passo avanti agli altri? Naturalmente fanno bene a posteggiare il camion nelle piazze di Roma e Palermo, offrendo gratuitamente il melodramma, mentre nei loro teatri costerebbe troppo caro ai cittadini. Ma non pensino che da quelle rappresentazioni vissute come un regalo delle istituzioni alle periferie, derivi un biglietto in più venduto ai loro botteghini, perché in pochi potrebbero permetterselo. Se non ci crdete, date un'occhiata ai prezzi dei biglietti.
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