Che quella di domenica scorsa, all'ultima puntata, più che un'Arena ( con Giletti, su Rai 1) fosse un pollaio, con tutte le caratteristiche conseguenti, non è una valutazione nostra, bensì di una delle partecipanti che tale l'ha definito: la Meloni, in compagnia ( buona) della Costamagna e Morani, agli ordini del galletto Giletti, che le aveva invitate, con sensibilità sopraffina, anche per festeggiare la 'festa delle mamme', ma chioccie.
A Giuseppe Pennisi, che credeva di recarsi nella fosse dei leoni, mettendo in conto che avrebbero potuto sbranarlo ed invece è stato beccato da tre 'galline' ( definizione Meloni), chi glielo ha fatto fare a sacrificarsi in difesa del CNEL, ormai per tutti INDIFENDIBILE, lui che è economista di professione, critico musicale per passione, che gira i teatri italiani come una trottola, ed è per questo già molto occupato?
E' voluto andare, naturalmente invitato da Giletti, a spiegare in tv, il CNEL, di cui è consigliere, i suoi compiti di organo costituzionale di un certo rilievo - almeno così dovrebbe essere - al pari della Corte dei Conti e del Consiglio di Stato e del CSM.
Vero è che negli ultimissimi anni, dietro la spinta della rottamazione renziana, il CNEL è stato praticamente inattivo senza che l'amministrazione statale ne avesse a soffrire, come del resto, negli anni in cui agiva, senza mai trarne vantaggi rilevanti da esso. Dunque aveva detto Renzi, aboliamolo. E tutti erano d'accordo con lui. Solo che, improvvidamente, il rottamatore l'aveva inserito fra le materie del referendum, per il quale ha ricevuto una sonora bocciatura popolare.
Ora il CNEL riprende il suo, agli occhi di tutti inutile, cammino in mare aperto, incurante delle tempeste che sicuramente si scateneranno. E che anzi hanno già scatenato, la nomina di Treu a nuovo Presidente e la richiesta del rimborso delle spese - già molto ridotte - col governo Renzi, per i consiglieri.
La Morani - che parla non solo a nome, ma come fosse Renzi, ma più bella di Renzi - ha invitato il consigliere Pennisi a lavorare gratis, proprio come farà Treu (che al CNEL non credeva, tanto è vero che ha votato Si al referendum); e Giletti alla giusta richiesta dei rimborsi, ha risposto da galletto accigliato (finto), chiedendo al professore se sia mai andato in una periferia a vedere le condizioni di chi ci abita. Come se lui Giletti fosse di casa nelle periferie e dunque conoscesse bene le condizioni degli abitanti.
Naturalmente non ha mancato di far sentire la sua voce stridula la consueta 'spalla' di Giletti, il ricercatore ingelatinato, le cui competenze per quanto ci siamo scervellati, non ci è riuscito di capire.
Alla fine Pennisi, beccato contemporaneamente dalle tre galline- la definizione è sempre della Meloni - e dal galletto, se ne è andato, infastidito, senza aver potuto parlare tranquillamente sul CNEL, esprimendo le sue ragioni.
Giletti aveva colto l'indicazione per il dibattito, anzi per il 'beccaggio', da un'articolo del Corriere, letto la mattina in fretta, dove si dava notizia della richiesta dei rimborsi venuta da una riunione informale dei consiglieri del CNEL. E aveva, moralizzando, detto, con l'indice puntato verso il potevo Pennisi: sempre di soldi parliamo.
Ma si è sbilanciato TROPPO Giletti. Ha fatto finta di non aver letto - ma noi invece sì che l'abbiamo letto e con noi tanti altri - la pagina a fronte del medesimo Corriere, nello stesso giorno di domenica, dove di altri emolumenti, di ben altre proporzioni si parlava; altro che 'rimborsi spese'. Dei compensi cioè di Giletti e degli altri galletti, Fazio a guidare la fila, che minacciano di lasciare il pollaio di 'mamma Rai' se qualcuno si azzarda a toccarli( i soldi loro).
L'anno prossimo alla nuova Arena, senza Giletti, inviteranno il galletto 'moralizzatore' a spiegare come si vive nel pollaio del vicino, in quali condizioni. e con quale mangime.
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