Prendete Luca Zaia, ex ministro dell'Agricoltura ed ora governatore della Regione Veneto e provate a chiedervi: con quale competenza e diritto Luca Zaia parla delle vaccinazioni, opponendosi - ma non potrà più farlo d'ora in avanti, in presenza di una legge nazionale - alla loro obbligatorietà? Perchè è governatore? O perchè ha sentito - ed ha capito - quello che la Comunità medica e scientifica afferma sulle vaccinazioni? O ad essa si è rivolto? Nè l'una ne l'altra. Semplicemente, parla.
Come anche, ancor più semplicemente di Zaia, parla quella signora rumena da anni residente nel nostro paese che ha detto che non vaccinerà suo figlio di pochi mesi e che non intende farlo per nessuna ragione, anzi che si appellerà al TAR, al Consiglio di Stato ed anche al Tribunale.
Ora la signora sappia che non potrà mandare suo figlio all'asilo nido e alla scuola materna se non prima vaccinato. E dunque che farà? E sappia anche, qualora decida di tenerlo a casa fino alle elementari, che dalle elementari in su, i genitori che porteranno a scuola i loro figli, devono dimostrare di averli vaccinati e se non l'hanno fatto, sono passibili di multe pecuniarie che arrivano oltre i 7.000 Euro; e il preside delle scuola è tenuto a controllare e denunciare e i genitori, per far loro pagare le multe e comunque farli vaccinare.
Inutile inoltrarsi in una casistica che dimostrerebbe quanto anacronistici siano tanti casi in cui ci si opponga alle vaccinazioni, adducendo quei pochi, statisticamente irrilevanti, se pur dolorosamente rilevantissimi, in cui alla somministrazione di un vaccino è seguito una qualche grave forma di malattia. I casi - dolorosi - esistono, ma l'incidenza eventuale di una epidemia di malattie che credevamo ormai debellate con l'uso dei vaccini, farebbero forse molti e più numerosi danni.
Ciò che però ci preme qui sottolineare è il compromesso cui si è giunti, per non far fare la figura della sconfitta alla Fedeli - anch'essa non avrebbe titolo alcuno per parlare, anche se ministra dell'Istruzione, che difende a spada tratta il diritto alla scuola, opponendolo a quello primordiale alla salute - e cioè di non effettuare tutte le vaccinazioni fino ai dieci anni di età ( compresi i richiami) ma fino a sei, pur avendo aumentato il numero dei vaccini obbligatori.
Insomma anche sulla salute dei cittadini i politici scherzano, mentre dovrebbero affidarsi CIECAMENTE alle direttive della comunità medica internazionale. Oltre tutto, senza offesa per nessuna delle due, una diplomata alle magistrali (Fedeli) ed una all'Istituto commerciale ( Lorenzin) quale titolo hanno per parlare in proprio di medicina? NESSUNO. E speriamo che lo capiscano!
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