Il terreno di scontro è quello delle ONG che raccolgono, salvandoli, i migranti, in quella striscia di Mediterraneo che separa l'Africa dalle nostre coste, siciliane in primis. Secondo certi sospetti, le ong farebbero affari in accordo con i trafficanti di esseri umani.
Il primo a spararla grossa è il procuratore di Catania, il quale, poi, fa marcia indietro, affermando che la sua denuncia, già lanciata, era basata su sospetti, più o meno fondati, ma senza alcuna prova. Ma allora doveva parlare o star zitto? Zittooooo!
Gli risponde il procuratore di Siracusa, che si occupa dello stesso problema affrontato, anzi non ancora affrontato attraverso indagini e prove, dal suo collega catanese, perchè rientra anche sotto la giurisdizione siracusana. Non solo non c'è nessuna prova in merito - ribadisce Siracusa - ma sull'argomento non abbiamo mai avuto sospetti e mai aperto indagini. Dunque Catania stia zitta, smentita da Siracusa.
E quando la storia sembrava chiusa, anche a seguito delle rimostranze di molti e delle stesse ong, senza la cui azione molte vite umane, non sarebbero state salvate, interviene anche Trapani. La cui Procura ha aperto un'indagine, l'unica ora aperta, ma non contro le ong, sulle quali non si nutrono dubbi e sospetti, bensì su alcune singole persone, anche appartenenti alle ong.
Non sarebbe il caso che le procure parlino solo in presenza di fatti concreti accertati e sanzionabili?
Ci vorranno costringere a rendere obbligatorie certe vaccinazioni anche a tutti gli aspiranti procuratori, nella speranza che vengano immunizzati dall'andar fuori binario?
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