Super tassa di 100 mila dollari l’anno sui visti che consentono al personale straniero di entrare negli Usa per lavorare. Una scure che ha fatto subito scattare l’allarme delle aziende tech. L’amministrazione degli Stati Uniti di Donald Trump, infatti, ha annunciato e introdotto la nuova misura che riguarda il costo del visto H-1B. Un annuncio che ha creato molto scompiglio tanto che diverse grandi aziende statunitensi hanno fatto rientrare i propri dipendenti legati al visto, con l’obiettivo di non venire intaccati dalla nuova decisione della Casa Bianca. La maggior parte delle persone che hanno l’H-1B lavorano nel settore tecnologico e secondo alcune stime riportate da Reuters, il 71% di costoro proviene dall’India, il 14% dalla Cina e l’1% dal Messico.
Che visto è l’H-1B e perchè è importante
Ma che cos’è l’H-1B? Si tratta del visto a cui solitamente fanno riferimento talenti che detengono lauree specialistiche e che consente, dunque, di lavorare negli Stati Uniti per un determinato periodo di tempo. Oggi, il profilo di chi lavora in Usa con questo tipo di visto è solitamente legato al settore tecnologico, specialmente nelle grandi aziende in California. Le compagnie tech che hanno fatto recenti grossi investimenti nell’AI, per esempio, possono considerarsi vulnerabili da questo punto di vista e dalla nuova scelta delle politiche di rilascio del visto. Soprattutto in riferimento al fatto che i dipartimenti delle risorse umane di queste aziende sono in costante ricerca di talenti che possano dare un contributo a una delle sfide del secolo, la corsa all’intelligenza artificiale, e molti di questi talenti provengono proprio dall’India.
Perché l’India è in allarme in seguito al rincaro dei costi dell’H-1B
L’India ha un settore tecnologico da 283 miliardi di dollari, come riporta Reuters. Negli anni, i talenti provenienti dal Paese al cui timone c’è Modi si recavano negli Stati Uniti per continuare la loro formazione, apportando il loro valore a nuove aziende. Diversi studi di consulenza negli Stati Uniti prevedono che la misura darà inizio a molte cause legali, come spiegano a Reuters alcuni professionisti in materie giuridiche.
Bloomberg fornisce una riflessione in merito a come questa situazione potrebbe in realtà giocare a sfavore di Trump e alle sue politiche antimigratorie volte al rafforzare il reclutamento interno senza ricorrere alla ricerca di talenti fuori dagli Usa: l’agenzia statunitense sottolinea infatti che a causa dell‘innalzamento dei costi dei visti, le aziende americane potrebbero trovarsi a volere implementare i loro centri già presenti in India. Bloomberg ricorda che grandi multinazionali come Microsoft, Google, Morgan Stanley e JP Morgan già possiedono centri di capacità globale (GCC) nel Paese.
Da ricordare che l’ordine di innalzamento dei costi per l’H-1B è entrato in vigore il 21 settembre 2025.

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