giovedì 25 settembre 2025

Di Francesco Bartolomeo Conti, 'Il Trionfo della Fama' - Un barocco riscoperto da Ottavio Dantone con l'Accademia Bizantina

 

Il Trionfo della Fama: un barocco da riscoprire

Virtuoso di tiorba e mandolino, compositore di corte a Vienna e figura ammirata da JS Bach, Francesco Bartolomeo Conti è stato per decenni una figura centrale del barocco europeo, in seguito a lungo trascurata.

La riscoperta de Il Trionfo della Fama, serenata mai eseguita in tempi moderni fino alla produzione andata in scena alle Innsbrucker Festwochen der Alten Musik nel 2024, permette di entrare nel cuore della vita musicale della Vienna del primo Settecento e scoprire una scrittura sorprendente: inventiva, contrappuntistica, capace di dare voce agli strumenti dell’orchestra in ruoli insoliti e di grande forza espressiva.

Compositore prolifico e versatile, Conti spaziò dall’opera all’oratorio, dalla musica sacra alle serenate, conquistando fama dentro e fuori Vienna, città in cui Conti raggiunse la prestigiosa posizione di compositore della corte di Carlo VI. 

Il Trionfo della Fama nasce con la precisa funzione di rendere omaggio al sovrano: nella Vienna di Carlo VI l’arte era anche uno strumento politico, a sostegno di ambizioni dinastiche ed economiche. 

Statico e con poca azione drammaturgica, il libretto può risultare distante per il pubblico moderno. Ma non mirava ad affascinare per originalità letteraria, bensì a offrire il pretesto per la musica: è la scrittura di Conti a trasformare un testo encomiastico in una vivace esperienza sonora, ricca di invenzioni musicali e di virtuosismi vocali e strumentali.

Ne è un esempio il coro iniziale, in cui Conti divide il mondo in quattro sezioni corali (Africa, Europa, America e Asia) che entrano progressivamente per poi unirsi a celebrare il nome di Carlo VI. La scrittura è giocata sul contrappunto e l’imitazione, con le voci del coro e gli strumenti che si inseguono e si incastrano per tutto il numero.
Ascolta “Coro: Che piacere” da Il Trionfo della Fama
Altrettanto interessante è il duetto “Gloria e Genio a’ pie’ del soglio”, in cui Conti mette in scena una gara musicale tra soprano e alto, fatta di volteggi, rapide quartine e agilità vocali nelle quali spesso si inserisce anche il violino. Nelle pause tra i momenti virtuosistici, le due voci si abbandonano a raffinati giochi di contrappunto, che sottolineano la vitalità di questa competizione gioiosa.
Ascolta “Duetto: Gloria, Genio a’ pie’ del soglio” da Il Trionfo della Fama
Infine, la sorprendente aria del basso con due fagotti è uno degli episodi più originali della serenata. Anziché assegnare il momento virtuosistico alle trombe, come era consuetudine, Conti affida invece il ruolo da protagonista ai due fagotti, strumenti dal timbro scuro, adatto ad accompagnare la voce grave del basso. 
Il risultato è un brano sorprendentemente moderno nella sua essenzialità: l’intera aria è affidata ai due fagotti, alla voce e al basso continuo in un gioco timbrico di rara intensità.

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