La direttrice 35enne nominata direttore musicale, Giuli: “Scelta lungimirante”
Venezi alla Fenice, i soliti disaccordi. La destra esulta, critici i melomani
Se ne parlava da tempo, fra voci di corridoio,
smentite, indignazioni e rassegnazioni modello «ormai è fatta». Una settimana
fa, il sovrintendente Nicola Colabianchi aveva però assicurato che il suo era
soltanto uno dei nomi che stava vagliando. Poi c'erano stati degli annunci
anticipati sui giornali amici e si era capito che la nomina era imminente. Ieri,
finalmente, nero (è il caso di dirlo) su bianco, l'ufficialità: «La Fondazione Teatro
La Fenice è lieta di annunciare la nomina del Maestro Beatrice Venezi come
nuovo Direttore Musicale». Meglio precisare che maiuscole e maschili (Venezi
vuol essere chiamata «maestro», e tanto peggio per l'italiano) sono originali.
Seguono i prevedibili commenti, con la precisazione che chi commenta di
regola non distingue un basso profondo da un soprano di coloratura.
L'allineamento a destra di Comune di Venezia, Regione Veneto e Governo
nazionale è perfetto. E dunque il sindaco della città, Luigi Brugnaro, che è anche
presidente della Fondazione, esprime «grande soddisfazione per la scelta»,
evidenziando «il rilievo di questa designazione, che vede una delle poche figure
femminili assumere un ruolo apicale nel panorama dei grandi teatri lirici internazionali».
Festeggia anche il governatore del Veneto, Luca Zaia (dove c'è Zaia c'è gioia!), che fa notare
come «la sua giovane età costituisce anche un grande esempio per i ragazzi e le ragazze che
abbiano un'aspirazione nella vita: l'impegno e le qualità personali pagano sempre». E infine
il ministro, Alessandro Giuli, «accoglie con favore la nomina» e fa i complimenti a
Colabianchi «per la scelta lungimirante».
Fra gli squilli di tromba della destra, stecca ovviamente la sinistra. Il capogruppo del Pd
al Consiglio comunale di Venezia, Giuseppe Saccà, parla di «decisioni calate dall'alto», «di
percorsosbagliato» e di «nessun confronto con l'Orchestra e con il Coro».
La diretta interessata accoglie «conemozione e gratitudine la scelta» e si dice
«profondamente onorata».
Intanto sui social si scatenano i commenti, con prevalenza di quelli negativi (come, per la
verità, avviene per qualsiasi nomina). Venezi, 35 anni, lucchese, figlia di un gerarca di
Forza Nuova, diventa improvvisamente famosa sul finire degli anni Dieci, ben prima di
aver fatto nulla di musicalmente rilevante. È più nota per le sue prese di posizione a favore
della destra in generale e di Giorgia Meloni in particolare, con post sui social addirittura
lirici per Dio, Patria e Famiglia, o per la celebre pubblicità dove invitava a «tirare fuori il
proprio lato Bioscalin».
Il curriculum più strettamente direttoriale è però modesto, senza orchestre o teatri davvero
importanti, e il Bolshoi in cui notifica di aver diretto si rivela, a un più attento esame, quello
di Minsk: come se uno dicesse di essere salito sul podio della Scala, ma non quella di
Milano. Però nel '21 Venezi è al festival di Amadeus (Sanremo, non Salisburgo),
i giornali d'area decidono che «è un direttore d'orchestra di fama mondiale» e il ministro
Gennaro Sangiuliano la nomina sua consulente per la musica, a 30 mila euro all'anno,
preferendola a, poniamo, Riccardo Muti o Riccardo Chailly o Daniele Gatti.
Intanto, a proposito di direttrici che sfondano il soffitto di cristallo, Mirga Grazinyte-Tyla
diventa direttrice della City of Birmingham, JoanaMallwitz è la prima donna a dirigere
un'opera a Salisburgo e Speranza Scappucci alla Scala, oltre a essere nominata prima
direttrice ospite al Covent Garden.
Nel frattempo, Venezi dirige la Sinfonica siciliana dove però viene contestata da alcune
prime parti («Sarebbe stato più facile suonare senza di lei») che dopo aver parlato con i
giornali vengono sospese dalla direzione.
Gli avversari, politici o musicali, coniano il soprannome «bacchetta nera».
Adesso, con un curriculum che nel frattempo si è un po' irrobustito, per Venezi arriva
nientemeno chela Fenice. Dove, curiosamente, non ha mai diretto un'opera. E pare che non
ci sia stata alcuna consultazione preventiva con l'Orchestra, che pure sulla nomina del
direttore musicale avrebbe molto da dire, ultima parola compresa, come si è visto con
l'affaire Gatti alla Scala. Molti fanno notare che la Fenice non aveva un direttore musicale
«ufficiale», ma che in pratica svolgeva questa funzione Myung-whun Chung, passato poi
alla Scala. Anche i tifosi più sfegatati devono ammettere he il salto da Chung a Venezi è
decisamente considerevole.
Colabianchi però è sicuro: «Ho deciso di puntare su Beatrice Venezi in quanto è un' ottima
direttrice d'orchestra e perché è una donna che a soli 35 anni si è già affermata a livello
internazionale».
A proposito di giovani italiani che si affermano davvero a livello internazionale, una
curiosa coincidenza. Ieri è stata annunciata anche la nomina di Michele Spotti, 32 anni, a
direttore ospite principale della Deutsche Oper di Berlino.
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