martedì 30 settembre 2025

Mollicone: accusano B.V. perfino di essere bella (da Corriere della Sera, di Giuseppe Alberto Falci). Ti sbagli Mollicone, la accusano di essere CIUCCIA, ed anche fascista - ma questo conta meno ( P.A.) Elisabetta Riva viene dal Coliseo ( altra cosa il Colon) di Buenos Aires

 

Mollicone (FdI): «Il caso Venezi alla Fenice? Paga lo scotto di non appartenere ai circoletti di sinistra»

Federico Mollicone, presidente di Fratelli d’Italia della commissione Cultura della Camera: la nomina di Beatrice Venezi come direttrice d’orchestra del Teatro La Fenice ha scatenato scioperi, abbonamenti cancellati e la protesta delle maestranze. Insomma, un grande caos. È stato un errore sceglierla?
«Abbiamo visto i sindacati dei musicisti indire scioperi, proteste e raccogliere firme perché non si poteva e non si può immaginare che una donna non di sinistra possa andare a dirigere un’orchestra. Fanno sorridere le motivazioni delle accuse: una direttrice l’ha accusata di essere “bella”, come se fosse una colpa. Io aggiungerei che non è solo “bella”, ma anche brava. A lei faccio i miei complimenti e un in bocca al lupo, così come faccio i complimenti a Nicola Colabianchi — direttore d’orchestra e compositore di spessore, oltre che già direttore artistico al Teatro dell’Opera di Roma e Sovrintendente a Cagliari — per averla nominata e al ministro Alessandro Giuli e il sottosegretario Gianmarco Mazzi per averla pubblicamente sostenuta».

Sarà brava, come dice lei, ma l’obiezione di chi protesta è che non abbia il curriculum per rivestire quella carica perché non comparabile con i predecessori. È tutta colpa del cv, quindi, o sta pagando la vicinanza alla destra?
«Paga il non appartenere al “circoletto”. Ha più di 160 concerti sinfonici e 50 spettacoli d’opera all’attivo, è stata tra i talenti di Forbes under 30, ha codiretto Sanremo... Beatrice Venezi è una professionista riconosciuta internazionalmente. La sinistra ulula solo perché non ha tessere di partito».

A suo avviso, potrà esserci un ripensamento?
«La nomina è autonoma da parte del Sovrintendente, come è successo in passato e come succede in tutte le fondazioni lirico sinfoniche. La scelta è sempre su base tecnica. Nessuno lo può mettere in discussione».

Possiamo dire che esiste già un amichettismo di destra?
«Nessun amichettismo. Esiste la volontà di costruire una sintesi nazionale e rendere finalmente plurali le istituzioni culturali. A Bologna è stata nominata Elisabetta Riva, che viene dal Teatro Colon di Buenos Aires e non è ascrivibile a nessuna parte politica. Nessuno parlava di amichettismo di sinistra quando c’era Dario Franceschini al governo, eppure basta andare a vedere le nomine fatte al tempo per capire il criterio utilizzato».

C’è un dettaglio che è emerso in questi mesi: alla fine i nomi proposti dalla destra per i vari incarichi sono sempre gli stessi: avete una carenza di classe dirigente?
«È la classica domanda che viene sollevata quando la persona nominata è lontana dalla cupola di sinistra. Il nostro governo cerca la sintesi anche laddove ci sono maggioranze asimmetriche nelle fondazioni e nelle istituzioni culturali. Purtroppo, come a Firenze con Marco Giorgetti, è la sinistra a fare epurazioni. Da pochi giorni è stato nominato al Teatro Stabile di Catania, dove, siamo sicuri, farà un grande lavoro».

Dopo tre anni di governo siete sempre convinti che l’Italia resti un Paese dove l’egemonia culturale è ascritta alla sinistra?
«Vogliamo che gli italiani si riconoscano in un immaginario italiano superando il concetto di “egemonia” e arrivando ad una sintesi tra diverse culture. Quella che oggi resiste non è una egemonia culturale partitica ma una casta “intellettuale”, autonominatasi così dall’élite di sinistra».

Nessun commento:

Posta un commento