Beatrice Venezi al teatro La Fenice, il sindacato va in trincea. E il soprintendente si scusa
Venezia, il soprintendente Colabianchi: costretto dai rumors ad accelerare la nomina. I rappresentanti dei lavoratori: scegliere nome legato a partito significa far diventare il teatro un campo di battaglia politico
Se fosse la trama di un’opera saremmo all’atto in cui dopo la quiete si scatena la tempesta. Sembrava infatti che dopo molto tempo la pace fosse tornata al Teatro La Fenice, ma l’improvvisa decisione del soprintendente Nicola Colabianchi di nominare Beatrice Venezi direttrice musicale dal 2026 al 2030, ha scatenato una nuova ondata di polemiche, l’addio immediato di duecento follower su X e migliaia di commenti indignati su Facebook, con qualche eccezione. Per tentare di ricucire i rapporti con la Rsu, Colabianchi ha scritto una lettera al Coro e all’Orchestra scusandosi «per non aver rispettato l’impegno» preso con i sindacati, ma spiegando che l’accelerata sulla nomina è avvenuta per porre fine a un dibattito mediatico che stava sfuggendo a ogni controllo e rischiava di danneggiare l’immagine del Teatro. Per Colabianchi infatti invece di discutere sulle competenze professionali di Venezi, molti opinionisti si concentravano più sul piano politico: «In questo contesto avviare una lunga procedura formale avrebbe significato che fossero altri all’esterno a dettare l’agenda e a logorare l’istituzione per mesi».
«Direttore di talento, giovane e donna è un investimento»
Il soprintendente sarebbe quindi intervenuto per prendere in mano la situazione ed «evitare un sicuro danno maggiore». La lettera prosegue dicendo che «l’attenzione mediatica, anche quando controversa, se ben gestita si trasforma in curiosità e nuovo interesse»; che la scelta della Venezi è un’aggiunta al calendario che sarà comunque ricco di altri nomi internazionali; che la scelta di «un direttore d’orchestra di talento, giovane, donna e con una forte visibilità mediatica internazionale è un investimento sul futuro della Fenice» che si traduce in maggiori interesse da parte di sponsor e mecenati. Colabianchi ricorda che la scelta è stata apprezzata dal presidente (Luigi Brugnaro) e dai componenti del consiglio di indirizzo. Tuttavia martedì in un post di uno dei membri, Alessandro Tortato, è stato precisato che è stata «una scelta ponderata compiuta in totale autonomia» da Colabianchi, come previsto per legge. Il sovrintendente chiude la lettera dicendo che il metro alla Fenice sarà solo quello della qualità musicale: «Non vi chiedo di cancellare le vostre perplessità sulla procedura, ma di mettere alla prova la bontà di questa idea sui risultati che produrrà».
La Rsu: «Nome legato a partito, non ci ha detto gli altri papabili»
Nel pomeriggio la Rsu aveva espresso sconcerto «per le modalità di designazione avvenuta senza trasparenza e dovuto rispetto ai lavoratori», denunciato «un metodo autoritario» e annunciato a giorni un’assemblea tra i lavoratori che potrebbe sfociare nello sciopero della prima di Wozzeck di G. Buchner in programma il 17 ottobre. Per la Rsu però la fiducia è stata tradita. «Ha detto che ha accelerato la scelta per evitare che diventasse uno scontro politico, ma ha ottenuto esattamente l’opposto - ha detto Marco Trentin, portavoce di Cisal Fials - Scegliere un nome legato così a doppio filo a un partito significa far diventare la Fenice un campo di battaglia politico. Infatti, quando gli abbiamo chiesto quali erano gli altri nomi papabili non ha voluto rispondere». Il riferimento è al fatto che Venezi è vicina alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e figlia di un candidato di Forza Nuova. «La lettera è la sintesi di quello che ci ha detto a voce - prosegue Trentin - Noi come sindacati ci siamo espressi sul piano politico, ma a giorni i lavoratori si esprimeranno sulla scelta delle qualità professionali del nome scelto».

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