Carla Bruni si schiera al fianco del marito Nicolas Sarkozy, condannato al carcere per associazione a delinquere. In tribunale l'ex première dame non si è sottratta alle attenzioni dei giornalisti, reagendo però in maniera molto forte e destinata a far discutere.
Il microfono strappato
Impazza sui sui social network un video in cui Carla Bruni-Sarkozy compie un chiaro gesto di protesta contro Mediapart, il sito francese di inchiesta che ha rivelato il caso dei presunti finanziamenti libici alla campagna presidenziale del 2007 di Nicolas Sarkozy. Nelle immagini, girate al tribunale di Parigi, si vede l'ex presidente rispondere ad un capannello di giornalisti dopo la condanna al carcere per associazione a delinquere nel caso libico. Al termine dell'intervista, Carla Bruni, che si trovava al fianco del marito, si avvicina stizzita ai giornalisti e con un gesto plateale, sfila la cuffietta del microfono con il logo di Mediapart, facendolo cadere a terra e lasciando subito dopo il tribunale.
«L'odio non prevarrà»
Su Instagram, l'ex modella e cantante ha anche pubblicato una foto in bianco e nero di lei e il marito al tribunale con la didascalia «Love is the answer», un cuore e un riferimento a Nicolas Sarkozy. Poi l'hashtag #lahainenaurapasledessus, «l'odio non prevarrà».
Le indagini su Carla Bruni
La condanna di Sarkozy solleva interrogativi sulla sorte della moglie, indagata per corruzione lo scorso anno e che, se ritenuta colpevole, potrebbe dover affrontare una pena ancora più lunga di quella del marito.
Gli inquirenti stanno cercando di capire se Bruni, 57 anni, sia coinvolta in un'associazione a delinquere volta a «insabbiare» l'operato marito, accusato di aver accettato milioni di dollari in contanti da Gheddafi. Inoltre, si ritiene che l'ex prèmiere dame possa aver preso parte a una campagna da 4 milioni di sterline denominata «Operazione Salvate Sarko», un piano complesso e illegale per cercare di salvare Sarkozy dal carcere.
Rischia anche lei il carcere?
Entrambi i reati - sfruttamento di corruzione di testimone e partecipazione ad associazione a delinquere allo scopo di truffare la giustizia - sono punibili con una pena fino a 10 anni, con condanne che possono arrivare a 20 anni se si considerano le aggravanti.
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