
Venezi alla Fenice, clima di fuoco: proclamato lo stato di agitazione dai lavoratori del teatro
Clima di fuoco al Teatro La Fenice. Non sono bastate le (irrituali) scuse del sovrintendente Colabianchi seguite alla controversa scelta di Beatrice Venezi come direttrice musicale. L’assemblea generale dei lavoratori del teatro ha confermato la richiesta di revoca della nomina da parte degli orchestrali e proclamato lo stato di agitazione. Lo Sciopero è in vista
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lima di fuoco al Teatro La Fenice. Non sono bastate le (irrituali) scuse del sovrintendente Nicola Colabianchi seguite alla controversa nomina di Beatrice Venezi a direttrice musicale del Teatro. Mentre si è costituito un Comitato anti-Venezi di abbonati e fedelissimi spettatori, e l’Orchestra ha pubblicamente chiesto a Colabianchi la revoca della nomina di Venezi, si è svolta l’assemblea generale dei lavoratori del teatro. L’assemblea, molto partecipata, ha dato il suo appoggio unanime alla richiesta degli orchestrali, sfiduciando informalmente Colabianchi e dichiarando lo stato di agitazione.

La lettera del sovrintendente Colabianchi ai lavoratori della Fenice: «porgo le mie scuse»
Proprio alle lavoratrici e ai lavoratori del teatro il 23 settembre, il giorno successivo alla notizia della scelta della Venezi, il neosovrintendente aveva indirizzato una lettera di scuse e spiegazioni. Ne riportiamo alcuni passaggi:
[…] sono qui per parlare con franchezza e per chiarire le legittime obiezioni da loro sollevate. Vengo subito al nodo della questione: la mancata procedura di confronto preliminare che avevo promesso nel corso dell’incontro del 17 settembre u.s. e che non ha avuto seguito. Desidero innanzitutto porgere le mie più sentite scuse per non aver rispettato l’impegno preso con Voi. Ho il dovere, però, di spiegarVi perché ho ritenuto necessario prendere una decisione cosi rapida, compiuta nell’esclusivo interesse di tutelare il Teatro La Fenice.
Come sapete, da settimane il nome di Beatrice Venezi circolava insistentemente sulla stampa, alimentando un dibattito mediatico che stava sfuggendo a ogni controllo. Questo “battage”, spesso strumentale, rischiava di danneggiare l’immagine del nostro Teatro, trasformando una potenziale scelta artistica in un campo di battaglia politico. Abbiamo assistito a un’escalation in cui la discussione è stata volutamente sviata: invece di esaminare le competenze e il percorso professionale, molti opinionisti hanno preferito concentrarsi capziosamente sul piano del confronto esclusivamente politico, importando logiche che nulla hanno a che vedere con la musica.
In quel contesto, avviare una lunga procedura formale avrebbe significato una sola cosa: lasciare che fossero altri, all’esterno, a dettare l’agenda e a logorare l’istituzione per mesi. La mia scelta è stata pertanto quella di agire per riprendere il controllo della situazione e per proteggere il Teatro da un dibattito esterno che non aveva nulla a che fare con la nostra missione.
Non si è trattato di fretta, ma del timore di continue e ripetute polemiche che avrebbero potuto interferire nel processo di scelta: si è trattato pertanto di un’iniziativa che ho ritenuto necessaria per evitare un sicuro danno maggiore. Sono a conoscenza delle preoccupazioni riguardo ad alcune reazioni immediate, come la rinuncia di alcuni abbonati o un calo di consensi sui canali social. Comprendo questo timore, ma vi chiedo di guardare al quadro generale. Ogni scelta di forte discontinuità comporta una reazione iniziale. Il nostro obiettivo strategico, tuttavia, non è solo quello di conservare il pubblico esistente, ma di allargare la nostra base, di parlare a nuove generazioni.
L’attenzione mediatica, anche quando controversa, se ben gestita si trasforma in curiosità e nuovo interesse. Sono convinto che la perdita di alcuni consensi nell’immediato sarà più che compensata, nel medio-lungo termine, da un nuovo pubblico attratto dalla nostra rinnovata vitalità. Il vero indicatore del nostro successo non sarà un contatore sui social, ma la qualità del nostro lavoro e gli applausi in una sala gremita. […]

I tre punti della “difesa” di Nicola Colabianchi
Venendo al merito della scelta e alle sue conseguenze pratiche sul vostro lavoro, ritengo ora opportuno affrontare con chiarezza tre diversi argomenti:
1) Il futuro della programmazione e il ruolo delle nostre maestranze.
Il Maestro Venezi assumerà l’incarico a partire da ottobre 2026, e non dirigerà l’opera inaugurale della stagione lirica 2026/2027. Abbiamo davanti più di un anno per impostare un lavoro importante, per il quale la Vostra esperienza e la Vostra conoscenza del Teatro rappresentano una risorsa che non intendo disperdere. La decisione sul nome è stata presa dalla dirigenza, ma la costruzione del percorso futuro deve essere un processo che vedrà la Vostra partecipazione. Come ho già dichiarato pubblicamente, sono necessarie e doverose le interlocuzioni con l’Orchestra e il Coro, e questo è il momento per renderle concrete e operative.
2) La qualità artistica e l’equilibrio della programmazione.
Il contratto del M° Venezi prevede la direzione di un grande evento, tre concerti e due opere a stagione. Questo cosa significa in termini pratici? Significa che la stragrande maggioranza della nostra attività vedrà sul podio, come sempre, direttori di fama internazionale e di diverso orientamento stilistico. La nomina quindi non è sostitutiva, ma aggiuntiva. Garantisce la continuità con la nostra tradizione di eccellenza e, al contempo, introduce un elemento di novità. L’Orchestra e il Coro avranno, come è loro diritto, la possibilità di confrontarsi con una pluralità di bacchette di altissimo livello.
3) L’obiettivo strategico.
Perché questa scelta? Perché in un’epoca di competizione globale tra istituzioni culturali, non possiamo permetterci di restare fermi. Avere a Venezia un direttore d’orchestra di talento, donna, giovane e con una forte visibilità mediatica internazionale, è un investimento sul futuro della Fenice. Questa attenzione non è fine a sé stessa: si traduce in maggiore interesse da parte di sponsor e mecenati, in nuove opportunità di partnership e, in ultima analisi, in maggiori risorse. Risorse che sono indispensabili per garantire la stabilità finanziaria del Teatro, la sicurezza dei posti di lavoro e la possibilità di realizzare produzioni sempre più ambiziose, e la possibilità, per quanto possibile, di incrementare le risorse a disposizione delle lavoratrici e dei lavoratori.
So che questa nomina ha generato e genera discussioni, anche per le posizioni della persona, che sono state oggetto di dibattito in altre sedi. Ma qui, alla Fenice, il nostro unico metro di giudizio e e sarà sempre la qualità del lavoro musicale. La proposta di nomina, voglio ricordarlo, è stata apprezzata dal Presidente e dai componenti del Consiglio di Indirizzo, a riprova della sua valenza istituzionale e non politica. La sua professionalità è stata inoltre riconosciuta da insigni critici musicali (quali Foletto e Stinchelli), che ne hanno sottolineato oltre alle qualità musicali anche quelle umane.
Non vi chiedo di cancellare le vostre perplessità sulla procedura. Vi chiedo di guardare ai fatti e al percorso che propongo da oggi in avanti. Un percorso di dialogo, un contratto che consente la varietà della proposta artistica e una strategia chiara per la crescita del Teatro. Mettete alla prova la bontà di questa idea sui risultati che produrrà. Il nostro compito, ora, è lavorare insieme per assicurare alla Fenice il futuro che merita.

La risposta dell’Orchestra: «chiediamo la revoca della nomina del Direttore Venezi»
Di seguito la risposta delle Professoresse e dei Professori dell’Orchestra, pubblicata il 25 settembre:
[…] Abbiamo appreso esclusivamente tramite la stampa della Sua decisione di nominare il Direttore Beatrice Venezi alla Direzione Musicale del Teatro – in palese contrasto con le Sue dichiarazioni pubbliche e con quanto da Lei riferito negli incontri con le rappresentanze sindacali. Si tratta di un atto che mina profondamente la fiducia che i professori d’orchestra avevano riposto nella Sua parola e nella Sua capacità di guida trasparente dell’Istituzione. Le scuse da Lei offerte in merito alle modalità della nomina risultano pertanto irricevibili.
Lei sostiene che il nome del Direttore Venezi circolasse già sulla stampa; tuttavia, all’interno del Teatro, non è mai stato indicato come possibile candidato per un ruolo apicale quale la Direzione Musicale. Lei fa inoltre riferimento a un presunto “progetto artistico” alla base di questa scelta: eppure, da quando ha assunto l’incarico, ormai sei mesi fa, non è mai emersa alcuna linea artistica chiara, coerente o condivisa.
La nostra contrarietà alla nomina di Beatrice Venezi deriva esclusivamente dal profilo professionale del direttore musicale designato. Il Direttore Venezi non ha mai diretto né un titolo d’opera né un concerto sinfonico pubblico in cartellone alla Fenice. Il suo curriculum non è minimamente paragonabile a quello delle grandi bacchette che, in passato, hanno ricoperto il ruolo di Direttore Musicale di questo Teatro. Venezi non ha mai diretto nei principali teatri d’opera internazionali, né il suo nome compare nei cartelloni dei più importanti festival del panorama musicale mondiale.
Dove si manifesta dunque il “talento internazionale” che dovrebbe essere alla guida della Fenice? Quali prospettive di relazioni di alto profilo nel mondo musicale apre questa nomina?
Le conseguenze della Sua decisione sono già visibili: a sole ventiquattr’ore dall’annuncio si registrano disdette da parte di abbonati storici — un danno non solo economico per il Teatro, ma, soprattutto, d’immagine e di credibilità. Riteniamo inaccettabile sacrificare la fiducia di un pubblico fedele, costruita e mantenuta nel tempo anche attraverso difficoltà enormi, per una nomina che non garantisce né qualità artistica né prestigio internazionale. Il nostro pubblico è il vanto della Fenice, così come lo sono il livello della sua Orchestra e la sua reputazione nel contesto internazionale. Con questa scelta, tali valori vengono messi seriamente in discussione.
Alla luce di quanto accaduto, appare evidente che il rapporto di fiducia tra l’Orchestra e il Sovrintendente sia ormai irrimediabilmente compromesso. Non riusciamo a riconoscere in Lei la guida del nostro Teatro. Con senso di responsabilità nei confronti del pubblico e della tradizione della Fenice, chiediamo pubblicamente la revoca della nomina del Direttore Beatrice Venezi.
L’assemblea generale e i prossimi sviluppi
Partecipatissima l’assemblea di oggi, venerdì 26 settembre, tra palco e platea del Teatro La Fenice. Unanime è la disapprovazione per una nomina calata dall’alto e ritenuta inaccettabile. Più discusso è il tema dello sciopero, sul quale al momento la data ritenuta più probabile è il 17 ottobre, in occasione della prima di Wozzeck (anche se qualcuno vorrebbe anticipare).
Il primo passo sarebbe però la lettura di un comunicato domani sera, prima del concerto diretto da Giuseppe Mengoli (in programma c’è, e qualcuno dice ironicamente, la Tragica di Mahler). Difficile però che la direzione approvi il comunicato, e quindi si passerà al volantinaggio. Ad esempio il prossimo 1 ottobre al Festival delle Idee di Mestre, quando proprio Beatrice Venezi sarà ospite.
Intanto lo stato di agitazione è proclamato, e la Fondazione ha tre giorni di tempo per avviare le procedure di trattativa e scongiurare uno sciopero. Presto, quindi, per sapere la data esatta in cui tale sciopero potrebbe tenersi. Nel frattempo, c’è pure chi propone, per protesta, un concerto senza direttore: «perché se dobbiamo averne uno scarso, allora è meglio non averlo proprio e mostrare che ce la facciamo anche da soli».
NOSTRO COMMENTO
"La qualità artistica e l’equilibrio della programmazione.
Il contratto del M° Venezi prevede la direzione di un grande evento, tre concerti e due opere a stagione. Questo cosa significa in termini pratici? Significa che la stragrande maggioranza della nostra attività vedrà sul podio, come sempre, direttori di fama internazionale e di diverso orientamento stilistico. La nomina quindi non è sostitutiva, ma aggiuntiva. Garantisce la continuità con la nostra tradizione di eccellenza e, al contempo, introduce un elemento di novità. L’Orchestra e il Coro avranno, come è loro diritto, la possibilità di confrontarsi con una pluralità di bacchette di altissimo livello"
C'è forse da aggiungere qualcosa a quanto qui scrive il sovrintendente che in pratica dice al teatro: ho dovuto ubbidire agli ordini di Roma, però non vi preoccupate perchè la Venezi, che poco vale, poco dirigerà. Per sopperire e coprire la sua indegna e immeritata presenza, ci saranno bacchette prestigiose.
E quindi dice che Venezi è, quel che si chiama volgarmente, una 'mezza calzetta'. Ma, a proposito di mezze calzette, non bastava lui, sulla cui nomina a Venezia non sono mancate accorate proteste?
Per la destra al potere la nomina di Colabianhi e Venezi a Venezia è stato come giocarsi con l'opinione pubblica due 'assi'. (P.A.)
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