«Perché Tommaso Labate è andato a lavorare a Mediaset, finendo per abbandonare la trasmissione di Rai Radio 2 che conduceva da sei anni, Non è un Paese per Giovani?», si chiedeva qualcuno durante la serata di presentazione dei palinsesti di Radio Rai, mercoledì 24 settembre all’Auditorium. Il tema è interessante, così come le risposte avanzate dai presenti. Dopo il classico «ai soldi non si comanda», chiara allusione a «un’offerta di quelle che non si possono rifiutare», qualcuno ha sottolineato anche che «lui a La7 non ci vuole andare nemmeno sotto tortura, e lavorando al Corriere della sera dove il proprietario è Urbano Cairo ha trovato una buona scusa per non finire nella tivù del suo editore di carta». Ma la spiegazione più convincente è un’altra: «Tommaso non poteva dire di no, oltre che per il compenso, anche per il ruolo che ricopre; nella divisione dei compiti tra giornalisti di destra e di sinistra, a Mediaset capita che numerosi esponenti politici proprio non vogliano essere ospitati dai vari Mario Giordano, Paolo Del Debbio e Roberto Poletti».
Ed ecco dunque il ruolo di Labate, quello di conduttore di un contenitore televisivo dove anche il politico non di destra si possa sentire a casa sua, con un giornalista, se non amico, almeno non nemico. E in effetti il suo Realpolitik, nuovo talk show del mercoledì sera di Rete 4 alle 21.30, andato già in onda con le prime puntate del 17 e del 24 settembre, almeno a giudicare da molti dei suoi ospiti sembra avere quella mission: dopo l’esordio con Vincenzo De Luca, Walter Veltroni e Virginia Raggi, c’è stato spazio anche per il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte e per il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, oltre che per la numero uno del Partito democratico Elly Schlein che ha lanciato un’invettiva contro il premier israeliano Benjamin Netanyahu (qualcuno nei commenti sui profili social del programma si è chiesto: «Ma è La7 o Rete 4?»).
I risultati? Non straordinari. Al debutto, nonostante l’effetto curiosità, è stato registrato un ascolto poco entusiasmante di 444 mila spettatori, pari al 3,7 per cento di share. Rimasto più o meno sulla stessa lunghezza d’onda nella seconda puntata (453 mila spettatori, 3,6 per cento di share). Entrambe le volte la trasmissione è stata battuta nettamente anche da La7, che trasmetteva Lezioni di Mafie. Insomma, pur senza fare i fuochi d’artificio Labate copre il fianco sinistro del Biscione, per la gioia di Pier Silvio e Marina Berlusconi che volevano aumentare l’offerta e dare una rappresentanza pure a quello spazio politico. Senza però perdere di vista ascolti e inserzionisti pubblicitari…
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