lunedì 1 settembre 2025

E se Chiocci va a Palazzo Chigi chi lo sostituisce al TG1 in Rai ? Un giornalista che Meloni ha già istruito, avendolo avuto al suo servizio.

 Non c'è da meravigliarsi ormai di nulla più. Che Chiocci possa gettare la maschera ( secondo noi non l'ha mai portata,  il suo sostegno alla Meloni è stato sempre chiaro e forte - possiamo dire anche 'senza pudore)? Non serve neppure.

 Perchè, come abbiamo scritto nei giorni scorsi,  il passaggio da Saxa Rubra a Palazzo Chigi di Chiocci è nient'altro che un cambio di sede lavorativa.  Perchè continuerà a fare, stando a due passi da Meloni quello che ha fatto finora, a distanza da Lei di qualche chilometro.

 E, qualora il passaggio ci fosse, da Saxa Rubra a Palazzo Chigi, di Chiocci, un tragitto in senso inverso farebbe un altro giornalista, già sostenitore di Meloni, e dipendente al suo fianco, Mario Sechi, che passerebbe alla Rai, al TG1.

 Si dirà che non sono tutti della stressa pasta i giornalisti in aspettativa dal loro lavoro,  nella carta stampa o nelle radio e tv, che fanno gli uffici stampa di istituzioni importanti. Mai, ad esempio abbiamo avuto da ridire,  avendoli tenuti d'occhio, dei tanti giornalisti che per un periodo sono stati  'portavoce' del Quirinale.  Mai fino ad oggi. Tanto per essere chiari.

 Mentre, ad esempio, impossibile tacere che l'allora presidente del Senato Casellati, nel corso del suo incarico a Palazzo Madama, ha cambiato portavoce in continuazione. Per noi era un buon segno, voleva dire che non  sottostavano ai diktat o ai capricci della Casellati e perciò Lei li dimetteva con grande gioia dei diretti interessati  che tiravano finalmente un respiro di sollievo, seriamente pentiti di aver accettato.

 Che Sechi sia alle dirette dipendenze della Meloni lo dimostra ogni giorno sia dalle pagine di 'Libero' ( dove farebbe posto al mai abbastanza indigesto Capezzone, indigesto per noi) che in tv, dove compare un giorno sì e l'altro pure. E dove, continua a fare l'ufficio stampa di Palazzo Chigi, più precisamente di Giorgia.

 Noi su questi viaggi, andata e ritorno, fra le stanze 'costringenti' del potere e quelle 'libere' di una redazione abbiamo più volte scritto. E fatto anche esempi di giornalisti pur bravi, come Giorgio Mulè, che se tornasse a scrivere sui giornali, dopo la sua esperienza in Parlamento, per noi la sua credibilità sarebbe sotto zero. Oggi è Berlusconiano, non esponente di un partito moderato. E allora come credergli, se la sua patente professionale, che senza la libertà di pensiero, non gli potrebbe essere concessa,  l'ha già venduta insieme con l'anima al suo datore di lavoro di un tempo ed ora alla di lui famiglia? 

 Naturalmente Mulè non è l'unico caso, è solo quello che ci è venuto in mente spesso.  Nonostante che, dobbiamo ammetterlo, sappia districarsi con furbizia. Nulla a che vedere con Sechi, tanto per parlar chiaro. 

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