Gennaro Sangiuliano si è dimesso. Con una lettera inviata al presidente del Consiglio, il ministro della Cultura ha presentato "dimissioni irrevocabili". Il ministro ha spiegato che "il lavoro non può essere macchiato dal gossip". Si legge, nell'intestazione: "Caro presidente, cara Giorgia, dopo aver a lungo meditato, in giornate dolorose e cariche di odio nei miei confronti da parte di un certo sistema politico mediatico, ho deciso di rassegnare in termini irrevocabili le mie dimissioni da Ministro della Cultura".
L'ormai ex ministro, quindi, ringrazia il presidente del Consiglio "per avermi difeso con decisione, per aver già respinto una prima richiesta di dimissioni e per l'affetto che ancora una volta mi hai testimoniato. Ma ritengo necessario per le Istituzioni e per me stesso di rassegnare le dimissioni". Si dice consapevole di aver "toccato un nervo sensibile e di essermi attirato molte inimicizie avendo scelto di rivedere il sistema dei contributi al cinema ricercando più efficienza e meno sprechi. Questo lavoro non può essere macchiato e soprattutto fermato da questioni di gossip".
"Possono rivoltargli il cellulare, tanto non c'è nulla di compromettente", ha dichiarato il legale, che subito dopo l'incontro col ministro ha parlato di questioni solamente personali. Quest'oggi, il ministro si è detto "lieto di apprendere che la Corte dei conti stia valutando la possibilità di aprire un fascicolo sulla vicenda che mi riguarda. In tal modo avrò la possibilità di chiarire tutto e dimostrare che non sono stati spesi fondi pubblici né un euro del Ministero è stato utilizzato per viaggi e trasferimenti della signora Maria Rosaria Boccia". Sangiuliano ha replicato alle voci secondo le quali la Corte dei Conti del Lazio avrebbe intenzione di avviare un'istruttoria perché, spiegano alcune fonti "non è passata inosservata". I magistrati, coordinati dal procuratore regionale Paolo Luigi Rebecchi, potrebbero avviare un'istruttoria per valutare possibili violazioni di tipo contabile.
L'avvocato ha poi spiegato che "proprio oggi abbiamo esaminato dettagliatamente tutte le chat del ministro e non c'è niente oltre al fatto strettamente privato". Quindi, prosegue l'avvocato, "dai fatti che mi sono stati esposti c'è una strana sintonia tra il fatto che non le viene concessa questa nomina a cui lei aspirava e l'uscita di foto e quant'altro". Il legale non esclude nemmeno che sia un caso studiato: "Questo non lo sappiamo, dobbiamo verificarlo. Non escludiamo alcuna ipotesi". Intanto il legale ha annunciato anche nelle prossime 48 ore verrà depositato un esposto: "Il ministro non ha nulla da temere dalle dichiarazioni di questa donna. Non c'è ragione per cui possa essere ricattato, non ci sono prove che sia stato ricattato, lo escludiamo senza dubbio".
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