Come ogni inizio di stagione, la rivista tedesca Openwelt ha diffuso i risultati del sondaggio condotto su un panel di circa 50 critici europei per la sua edizione annuale.
Per l’ottava volta e il terzo anno consecutivo l’Oper Frankfurt è stata votata miglior teatro lirico dell'anno, imponendosi su concorrenti come la francese Opéra national du Rhin ma anche l’Oper Dortmund e il Theater Ulm. Dell’Oper Frankfurt ha colpito soprattutto “l’istinto sicuro per un programma drammaturgicamente plausibile, emozionante, innovativo e vario”.
Grande frammentazione per il migliore allestimento dell’anno, per il quale sono state indicate ben cinque diverse produzioni ex aequo: Tannhäuser con la regia di Matthew Wilds all’Oper Frankfurt, Moses und Aron con la regia di Lorenzo Fiorinis al Theater Bonn, La dama di picche con la regia di Timofej Kuljabins all’Opéra de Lyon, Die Passagierin con la regia di Tobias Kratzer all’Opera di Stato Bavarese di Monaco e The Greek Passion con la regia di Simon Stones al Festival di Salisburgo. Come migliore riscoperta dell’anno la più votata è stata Fausto di Louise Bertin, riesumata dai ricercatori del Palazzetto Bru Zane (che ne ha anche curato un’incisione discografica per la propria collana “Opéra français”) e presentata in prima assoluta in forma scenica a quasi 200 anni dal debutto parigino dall'Aalto Musiktheater di Essen. La migliore novità operistica dell’anno è invece risultata Dora di Bernhard Lang su libretto di Frank Witzel commissionata dalla Staatsoper di Stoccarda.
Nelle categorie tecniche, Lydia Steier è stata votata come miglior regista dell’anno per, fra le sue diverse regie, l’Aida messa in scena all’Oper Frankfurt, Dmitri Tcherniakov invece è stato scelto come miglior scenografo dell'anno (dopo essere stato indicato miglior regista dell’anno nella scorsa stagione) e a Gianluca Falaschi invece conquista il riconoscimento di miglior costumista dell'anno per, fra le sue diverse produzioni, la sua Vedova allegra con la regia di Barrie Kosky vista all’Opernhaus di Zurigo.
Per le categorie musicali, Pablo Heras-Casado è stato indicato miglior direttore d'orchestra dell'anno per la sua interpretazione del Parsifal al Festival di Bayreuth, mentre fra i cantanti si impongono il soprano Asmik Grigorian, per la seconda volta dopo il 2019, e il tenore John Osborn, quest’ultimo specialmente elogiato per il suo Éléazar ne La Juive prodotta dall’Oper Frankfurt. Infine, migliore orchestra dell’anno è stata votata la Bayerische Staatsorchester e miglior coro il Coro dell’Oper Frankfurt.
Per l’editoria, un ex aequo per il miglior libro ad argomento musicale dell’anno: Von geschriebenen Noten zu klingenden Tönen di Peter Gülke (J.B. Metzler Verlag), Time’s Echo. Music, Memory and the Second World War di Jeremy Eichler (pubblicato in Italia da Marsilio) e Maria Callas. Kunst und Mythos di Arnold Jacobshagen (Reclam Verlag). Infine, l’album In the Shadows del baritenore statunitense Michael Spyres si aggiudica il riconoscimento come migliore registrazione dell'anno.
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Non avendovi letto di nessun teatro italiano nella classifica della
rivista tedesca Opernwelt, ho subito pensato ad una sorta di
cieca sordità della rivista nei confronti delle abbastanza numerose
fondazioni liriche, festival e rassegne italiani dedicati al melodramma.
Ma poi mi sono tranquillizzato quando ho capito che la rivista
decretava i migliori del teatro tedesco. Che è poi quello che in Italia fa
la Associazione dei critici musicali con i cosiddetti Premi Abbiati
intitolati al grande critico.
In ambedue i casi si riunisce un sinedrio - formato dai migliori, manco a
dire - l'anno scorso per Opernwelt erano 40, quest'anno 50 - e dà i voti
al melodramma in Germania, con qualche scappatina, svogliata, in Austria,
Francia o Olanda, se capita.
Da molti anni trionfa l 'Opera di Francoforte.
Sarebbe come la nostra Scala? Per carità no, per i nostri critici la Scala
quasi non esiste o non merita di essere frequentata.
Va detto, a proposito di riviste, che una rivista, ancorché boccheggiante,
italiana, qualche anno fa stilò una classifica sulle migliori orchestre nel
mondo. Sapete quale risultò la migliore, a detta del sinedrio riunito
per l'occasione ? Santa Cecilia, prima dei Berliner, dei Wiener ecc...
Nel caso poi dei Premi Abbiati c'è anche da dire che un festival o uno
spettacolo non frequentato o non visto dai membri del sinedrio non viene
neanche incluso nella lista dei votabili. E un festival o uno spettacolo
si può non frequentare per partito preso
Un esempio - fa niente se mi riguarda direttamente. Il Festival delle Nazioni
di Città di Castello che io diressi nel 2004 fu - non ho nessun dubbio,
e io me ne intendo - tra i migliori italiani di quella stagione, per la
articolazione del programma, per la qualità delle proposte e per la novità di
molte di esse.
Ma, poiché io ho sempre gettato discredito, come si merita, su quel
sinedrio, il Festival intero e nessuna delle sue proposte ( non sto qui a
citarne nessuna, per la scarsa stima che ho del sinedrio e perchè non ho
tempo da perdere) venne preso in considerazione.
Per questa ragione alle classifiche annuali di Opernwelt come
ai Premi Abbiati ho sempre dato il peso che si meritano. Irrilevante!
(Pietro Acquafredda)
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