Ieri sera a 'La Torre di Babele' di biblica derivazione, Corrado Augias dialogava con Aldo Cazzullo , il più prolifico giornalista italiano con interessi che si estendono dalla storia alla religione, il quale ha appena pubblicato un nuovo libro per Mondadori, dal titolo Il Dio dei nostri Padri, Il romanzo della Bibbia. La sua partecipazione alla trasmissione de La 7 era naturalmente l'occasione per presentarlo. Senonché il discorso si è allargato fino a toccare anche l'attualità della guerra fra ebrei e palestinesi.
Si sono sentite cose inaudite ed inesatte a proposito del libro che chiamiamo Bibbia o 'Sacre Scritture' ( che è poi una raccolta di tanti libri, redatto da diversi autori, alcuni noti altri no, in un arco di tempo millenario che va da Mosè agli apostoli ed evangelisti.
Nulla però su fondamentali elementi, come la traduzione latina fatta da san Girolamo, nota con il nome di 'Vulgata' - che la Chiesa ha sempre ritenuta come 'ispirata' (non solo il testo originale, ma anche la nuova lingua della traduzione) che è la più conosciuta, quella usata nella liturgia e in auge al tempo di Lutero che la fece tradurre in tedesco convinto che i credenti potessero accostarsi ad essa con la stessa certezza di comprendere il messaggio che vantava il clero. Perchè se lo spirito l'ha ispirata saprà anche farla comprendere ai credenti- era il suo ragionamento.
Nessun discorso sulla cosiddetta ispirazione del 'libro dei libri', sul cosiddetto 'canone' ed altre questioni.
Si è assistito al solito sfoggio superficiale di sapere, tipico dei neofiti come sono sia Cazzullo che Augias , per tale materia. Hanno tirato fuori la storia dei Filistei (Palestinesi), o quella della 'vergine' Maria, il cui termine greco va corretto in 'giovane' Maria - con sfoggio di greco ed ebraico, da manuale 'bignami'.
Ciò che, invece, hanno detto di fortemente errato è che ciascuno dalla Bibbia tira fuori quello che vuole, come se ciascun passaggio di essa ammetta diverse letture esegetiche, ciascuna a proprio piacimento
No, cari i due neofiti. Ogni testo, a seconda del genere letterario di appartenenza, una volta individuato con precisione ( e si può, e per la Bibbia questo lavoro è stato fatto, almeno per i passi nevralgici del testo religioso), ammette una ed una sola lettura esegetica.
Cazzullo, già il giorno prima sul Corriere, aveva spiegato come si è avvicinato alla Bibbia; Augias non ha avuto bisogno di farlo, perchè lui della Musica come della Bibbia o dei Vangeli è convinto, come un qualunque neofita che è ignorante ma innamorato della materia via via prescelta, che può parlarne da intenditore, solo perchè sa qualcosa (o crede di saperne) visto che, occasionalmente, è venuto in contatto con tali materie, aiutato da esperti. Da quelle sporadiche occasioni è convinto di poter parlare di musica come, in questo caso, della Bibbia, con la sicurezza dell'esperto, che nel suo caso è pura sicumera.
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