«Da questa città bellissima voglio fare un appello a tutti coloro che si interessano alle sorti del nostro Paese: non dimentichiamo mai che la gloria più grande del nostro Paese è stata ed è l’arte, e noi dobbiamo aiutare le nuove generazioni a cibarsi di questa arte e farne conoscere le radici millenarie artistiche. Se dimentichiamo questo, non possiamo più correggere le nuove generazioni a governare il popolo nella bellezza». Lo ha detto il maestro Riccardo Muti nel corso della cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria di Andria che si è svolta a palazzo di città questa mattina.
«La
cultura è oggi svuotata del suo significato - ha continuato Muti -.
La vediamo in tutti i modi e le salse, è proclamata per ragioni che
con la cultura non hanno a che fare». «Il nostro Paese è un pò
impoverito per quello che riguarda la cultura ma non per colpa degli
italiani», ha aggiunto Muti evidenziando che «quelli che vengono in
questo Paese, che accogliamo, sanno di essere in una terra che è
ancora rispettata nel mondo per la sua storia culturale in tutti i
suoi aspetti».
Il maestro ha ricordato di aver cominciato a
studiare violino a otto anni a Molfetta (Bari) dove ha poi incontrato
«Nino Rota, grandissimo musicista, famoso per le musiche dei film di
Visconti e Rossellini ma che ha composto spartiti immensi anche per
concerti solisti».
«Ogni
volta che giro il mondo - ha sottolineato - dico che vengo da una
terra importante il Sud, e da una patria importante, l’Italia».
Muti ha ringraziato la sindaca di Andria, Giovanna Bruno «per il
lavoro importante che sta facendo e per questo dico che avete bisogno
che i vertici che si occupano del nostro Paese vi diano una mano
seria».
«La cittadinanza onoraria va all’uomo sul podio,
ammirato in ogni dove, che ora lega sua storia alla nostra, a una
comunità che vuole avere sete di cultura, che non vuole elemosinarla
ma diffonderla con semplicità, sperando diventi un linguaggio di
pace e armonia», ha proseguito la sindaca che ha paragonato «la
solitudine del maestro sul podio a quella del sindaco». «Essere
soli di fronte alle responsabilità in tempi complessi, richiede
coraggio e chiarezza di pensiero. L’unica strada è l’ascolto e
lei, maestro è un esempio», ha concluso.
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