martedì 24 settembre 2024

Il libro ' Un canto salverà il mondo' di Francesco Lotoro esce in traduzione inglese, contemporaneamente al suo nuovo libro sulla musica 'concentrazionaria' ( da La Gazzetta del Mezzogiorno, di Floriana Tolve)

 

« Così la musica dei lager varca i confini»

Giovedì esce la traduzione inglese del libro «Un canto salverà il mondo» di Francesco Lotoro


Uscirà giovedì 26 settembre il nuovo libro di Francesco Lotoro sulla musica prodotta in Ghetti, Lager e Gulag dal 1933 al 1953. In The Lost Music of the Holocaust. Bringing the music of the Camps to the ears of the world at last (Headline Publishing Group, pp. 400, euro 24,64) il compositore e musicista barlettano, in veste di scrittore, amplia, con la traduzione in inglese, il raggio d'azione della sua precedente opera Un canto salverà il mondo (Edizioni Feltrinelli pp. 312, euro 19).

Una instancabile attività di ricerca e recupero di oltre 9mila partiture (poste sotto la tutela del MIC) che saranno conservate nella Cittadella della Musica Concentrazionaria in via di realizzazione a Barletta nel sito della Ex Distilleria.

Lotoro il suo lavoro riprende in inglese con degli aggiornamenti?

«In realtà non ci si è limitati a tradurre il volume in inglese. Il nuovo libro non è rivolto solo al mondo anglosassone, descrive la faticosa indagine e analisi del copioso gruppo di ricerca che di fatto, è in Puglia, a Barletta, della Cittadella che nascerà, di ciò che si è fatto e si sta attuando per raggiungere risultati che salvano opere d'arti, spartiti, dalla dispersione e dall'oblio. Mi sembrava giusto promuovere sul mercato estero The Lost Music of the Olocaust in inglese, lingua ormai corrente a livello internazionale.»

Quali le novità?

«E’ stato effettuato un lavoro molto più complesso, rimodulato il materiale della edizione 2022 e distribuito diversamente. Alcuni contenuti, che per esigenze di spazio e scelta, erano finiti in appendice, questa volta costituiscono una ossatura importante. Mi riferisco a biografie e capitoli che trattano in modo capillare tutti i campi di internamento. Un risalto editoriale che dà il giusto rilievo alla letteratura musicale concentrazionaria dei gulag che non è separata da quella dei lager, ma è un continuum geopolitico, come spiego nel libro.»

Altre storie si aggiungono alle precedenti raccontate in «Un canto salverà il mondo?»

«Sì. Sono tornato in Israele dove ho incontrato la cantante Aviva Bar-On che mi ha parlato dei brani di Ilse Weber, compositrice ceca deportata a Terezin, autrice di canzoni per bambini. Aviva Bar-On, sfuggita al massacro ha conservato le partiture e mi ha permesso di estendere l'archivio della Cittadella. Aggiungo la conversazione con la nipote di Pietro Maggioli, grande musicista italiano internato come militare. Numerose vicende alimentano la nuova pubblicazione.»

Progetti nell'immediato?

«A Trani il 24 ottobre al Polo Museale-Museo Macchina per Scrivere, saranno esposti i disegni di Ferruccio Frisone, pittore italiano internato in 4 campi di concentramento. Il figlio ha donato alla Fondazione l'intera collezione e il suo diario. Sempre al Polo Museale il 26 settembre concerto del Quartetto d'Archi Lemuria per il finissage della mostra "La notte dipingevo quadri rossi" opere d'arte recuperate da Roberto Malini e devolute alla futura Cittadella.»

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