Ieri sera si è inaugurata all'Auditorium di Roma la trentanovesima edizione- la prima nel 1987 - del Romaeuropa Festival, con la prima delle tre serate-omaggio a Sakamoto, amico del festival e da poco scomparso. Questa sera al Maxxi - orfano di Giuli, neo ministro della Cultura al posto di Sangiuliano - la proiezione del film Ryuichi Sakamoto Opus che vede il musicista protagonista e suo figlio regista; terzo ed ultimo appuntamento il 17 novembre sempre all'Auditorium, con la musica.
Ieri il programma prevedeva l'esecuzione di una suite di sue musiche da film così come era stata concepita e fissata in disco, con la Brussels Philharmonic ed il direttore Dirk Brossè che con l'autore avevano collaborato a quella registrazione di alcuni anni fa.
Anche chi non è del tutto estraneo alle problematiche della musica da film, ed ha familiarità con autori fra i più noti, versatili e apprezzati del panorama italiano ed internazionale - facciamo i casi di Nino Rota e Ennio Morricone - si sorprende della logica stilistica di Sakamoto, autore per il cinema, premiato con l'Oscar, già al suo primo grande impegno del 1987, con Bertolucci, ne 'L'ultimo imperatore' . Si sorprende e fatica perchè non ritrova quasi nulla della cifra stilistica e della tecnica dei suddetti autori, che non si esaurisce nella grande inventiva musicale ma aderisce alle varie situazioni dei film. Sakamoto è sempre sé stesso, e la sua musica resta 'uguale' - diciamo così, per semplificare e farci capire - anche per film che parlano e narrano situazioni distantissime e differenti fra loro.
La sua musica - sta lì il suo fascino 'discreto' - resta come scritta in filigrana; ed anche quando dà fiato alle trombe, conserva quel carattere raccolto, che sa di rituale, cerimoniale, come da sempre è la cultura e la comunicazione giapponese più alta ed artistica, che il musicista incarna alla perfezione, nonostante sia stato forse l'unico a gettare un ponte con la cultura occidentale, senza perdere la propria.
La serata è filata liscia, trasferita nella Sala Santa Cecilia dalla Cavea, per timori meteorologici, e si è chiusa con una bella meritata ovazione all'Orchestra che ha regalato un bis, naturalmente da L'ultimo imperatore.
Anche ieri, la sala grande dell'Auditorium era magnificamente e variopintamente gremita di pubblico di ogni età, una particolarità che il Romaeuroppa Festival ci ha abituati a constatare, ben contenti, ogni volta che lo abbiamo frequentato.
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