Perché Lucia Annunziata lascia la Rai, il malessere e la contro-narrazione del nuovo corso: ora all-in su Porro
Nemmeno il tempo di registrare le nuove nomine di Tg e generi Rai (che hanno fatto contenti tutti, Cinquestelle compresi, tranne il Partito Democratico, che arretra e tiene poltrone non allineate alla Schlein, e la Presidente Rai che vota ’No’ sulle testate), che ecco il botto, consumato con perfido timing: Lucia Annunziata abbandona il programma (In Mezz’Ora, su Raitre) e la Rai. Non per una scelta economica, come accaduto a Fabio Fazio, che ha fatto rotta verso Discovery, ma per riconosciuta opposizione al Governo Meloni e al suo approccio sulla Rai, come la conduttrice ha messo nero su bianco in una comunicazione di addio inviata all’Amministratore Delegato Roberto Sergio, e a Paolo Corsini, neonominato direttore degli approfondimenti.
“Non approvo nulla di quanto faccia il Governo, e non resterò in onda a esprimere il mio malessere”, questo il senso di quanto aggiunto da Annunziata. E sicuramente è apprezzabile non voler usare il proprio programma per opporsi all’esecutivo in carica, con cui v’erano stati attriti persino in diretta. Ma davvero non si poteva tentare una convivenza? Il fulmine, infatti, non giunge a ciel sereno: da settimane si vociferava di un possibile addio di Annunziata alla guida di un programma passato da 30 minuti di iniziale durata a un’ora e mezza, ogni domenica. E a nulla sono valsi i tentativi di Sergio e Corsini, che a più riprese, negli ultimi giorni, alla Annunziata che anticipava il suo malessere, avevano garantito che: “Il pluralismo previsto dal contratto di servizio lo realizzeremo aggiungendo voci, non spegnendone. Non prendere decisioni avventate”.
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Nel giorno delle nomine Rai, Annunziata invece lascia e chiude. Aprendo così uno spazio informativo in più da coprire. E rendendo a questo punto Nicola Porro assoluto re del telemercato. Alla Rai, che corteggia già da un po’ il conduttore di Rete 4, serve infatti un volto affermato, riconoscibile e di area liberale conservatrice per declinare la parola chiave del duo Rossi-Sergio: “Contro-narrazione”. I maligni dicono che Porro serva anche a coprire l’arrivo di conduttori assai meno blasonati e a impreziosirne il bouquet. I nomi sono sempre quelli (Roberta Capua, Rossella Brescia, Immacolata Boccia, Monica Setta, Laura Tecce), con una Manuela Moreno in meno (non sono piaciute le sue interviste sopra le righe), e un Edoardo Silos Labini in più, fronte cultura. Sta di fatto che Rai offre a Porro due programmi, e una discreta barcata di soldi.
Mediaset, un po’ spazientita, rilancia. Vedremo chi la spunterà’. Intanto, fa scalpore la ritrosia di Milo Infante a traslocare a Raiuno, ora che ha rilanciato una fascia a suo tempo morta nel daytime di Raidue, e Gianmarco Chiocci approda al Tg1 con una proposta in tasca per Fiorello: traslocare da Raidue sull’ammiraglia, rimuovendo il ‘niet’ a suo tempo espresso dalla direzione di Monica Maggioni. Sul fronte ‘cose pesanti, invece, primo file da approcciare per Corsini e Sergio sarà lo spostamento di Report dal lunedì alla domenica, e il suo allungamento. In bocca al lupo a tutti.
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