martedì 30 maggio 2023

Napoli, Teatro San Carlo. Lissner non ha intenzione di mollare, e lo spioga in un lettera al CdI del teatro, presieduto dal sindaco Manfredi

 "Discriminatorio, nullo, illegittimo, ingiustificato, inefficace, arbitrario, irragionevole".

Così il soprintendente del teatro San Carlo di Napoli, Stéphane Lissner, definisce l'atto con cui la Fondazione del Massimo partenopeo recepisce il decreto del governo che lo fa cessare - anzitempo - dalle sue funzioni dal primo giugno.

La lettera è stata inviata al Consiglio di Indirizzo( CdI, nuova dizione del vecchio CdA) della Fondazione, presieduto dal sindaco Gaetano Manfredi.
    Lissner, il cui contratto con il San Carlo scade nel 2025, si riserva ogni azione legale e si prepara anche ad iniziative in sede nazionale qualora il decreto del governo, che le Camere devono convertire in legge entro luglio, non venisse modificato rispetto alla versione attuale. 

Per il momento comunque Lissner - è scritto nel documento - "disconosce il provvedimento espulsivo e continua a considerarsi, a tutti gli effetti, direttore artistico del San Carlo, ruolo che continuerà a svolgere anche oltre la data del primo giugno".
    

Da sfondo c'è il clima sempre più teso con i sindacati dei lavoratori del teatro, che hanno indetto uno stato di agitazione a oltranza chiedendo garanzie sul futuro e soprattutto sul mantenimento degli impegni su organico e precari assunti da Lissner. Agitazione che ha portato alla cancellazione del Don Chisciotte in programma domenica sera. (ANSA).

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  Siamo tutti Lissner, e contro i soprusi lottiamo insieme a lui.

Diciamo le cose come stanno

e la Meloni non avesse voluto, il prima possibile, occupare la Rai, e se per farlo, Fuortes avrebbe dovuto liberare la poltrona di Amministratore delegato,, però si fosse deciso prima a lasciare l'incarico, anche senza la prospettiva di andare a prendere il posto che Lissner, costretto a lasciare libero per lui che arrivava a Napoli, 'fresco fresco', certamente Meloni& Sangiuliano non avrebbero creato tutto sto casino, del quale certamente, ora che hanno occupato militarmente la Rai, senza colpo ferire,  potrebbero essersi pentiti. E non avrebbero acvuto bnisogno di ricorrerere a quel decreto legge del Governo pe rmandare a casa Lissner . Altro che per disciplinare  l'eta della pensione dei sovirntendenti. 

E comunque, ed ancora una volta ha ragione Lissner,  che di fronte ad una decreto legge che lo scalza, senza ragione, da Sovrintendente, senza necessità, ma con valore 'retroattivo'. 

 Una volta per tutte era forse opportuno mettere ordine in materia di età pensionabile che in Ialia conosce molte regole e altrettante eccezioni. Ma lo si poteva fare annunciando prima la nuova disciplina, lasciando gli incaricati attuali fino alla scadenza del loro mandato.  
 Ma Giorgia ci aveva prescia e la prescia,  si sa, è cattiva consigliera. 
   

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