lunedì 20 luglio 2020

Passa il Recovery fund, anche se non proprio come lo voleva Conte per l'Italia ( Rai News)

Dopo 92 ore di negoziati a tratti drammatici, scontri frontali e trattative a oltranza, i leader europei trovano l'intesa sulla risposta comune alla più grande recessione economica della storia dell'Unione. I capi di Stato e di governo hanno approvato un pacchetto da 750 miliardi di euro che dovrà servire alla ricostruzione post-pandemia, e che sarà suddiviso in 390 miliardi di sovvenzioni e 360 miliardi di prestiti per i paesi colpiti dalla crisi. Una somma significativamente inferiore rispetto alle ambizioni del pacchetto da 500 miliardi di euro ispirato dalla proposta di Francia e Germania a maggio e poi avallato dalla Commissione europea. Ma che porterà in dote all'Italia circa 209 miliardi, 82 di sussidi e 127 di prestiti.

E soprattutto "sdogana" per la prima volta il principio secondo cui una istituzione europea, la Commissione, viene autorizzata a fare debito comune, un tabù che sarebbe stato impensabile solo qualche mese fa. Ma arrivare al risultato non è stato facile e il vertice di Bruxelles, che per poco non ha battuto il record di durata di quello di Nizza nel 2000 che durò quattro giorni e quattro notti, passerà alla storia per la feroce battaglia condotta dai frugali, Paesi Bassi, Austria, Svezia e Danimarca, col sostegno della Finlandia contro il resto d'Europa. I nordici, ribattezzati "taccagni" dal giornale Liberation, hanno frenato fino all'ultimo ogni ipotesi di compromesso al rialzo sui sussidi da concedere ai paesi più colpiti dalla pandemia e sono riusciti a ottenere forti aumenti dei "rebates", gli sconti sul bilancio voluti da Margareth Tatcher e poi tramandati nei decenni a vantaggio di alcuni paesi, Germania compresa. Per piegare la resistenza dei 4 Angela Merkel e Emmanuel Macron hanno fatto fronte comune, con l'appoggio forte di Italia e Spagna e poi nel corso delle ore di tutti gli altri leader europei. I frugali hanno affermato un loro ruolo politico all'interno dell'Ue e messo in difficoltà l'asse franco-tedesco che per tutto il vertice ha sostenuto le ragioni del fronte sud. E Merkel è riuscita anche a tirare le fila del negoziato con i paesi di Visegrad sulle condizionalità legate al rispetto dello Stato di diritto e alla fine l'accordo che soddisfa tutti è arrivato. Il commento dei leader è unanime.

Di "momento storico per l'Italia e l'Europa" parla Giuseppe Conte, secondo cui l'accordo che esce dal vertice è adeguato a far fronte alla crisi: "abbiamo tutelato la dignità dell'Italia", aggiunge il premier. "Accordo storico" anche per Emmanuel Macron che ammette la distanza con i frugali, parla di trattativa "difficile", e di distanze ma aggiunge che il Recovery Plan "è' un piano in grado di affrontare le sfide sanitarie, economiche e sociali di ogni Paese". Soddisfatta e "sollevata" anche Angela Merkel, grande tessitrice dell'intesa, che ammette che l'impresa non è stata "facile ma alla fine ci siamo trovati". "È la risposta di un'Europa unita in una situazione che ha richiesto azioni straordinarie", ha aggiunto. Festeggiano anche i frugali, che incassano un aumento molto sostanzioso dei "rebates", a cominciare da Sebastian Kurz, forse il vero vincitore del Vertice, che raddoppia gli sconti che Vienna otterrà sul bilancio. Esulta infine anche Christine Lagarde che temeva una reazione pesante sui mercati in caso di 'no-deal': "l'accordo raggiunto dal Consiglio europeo - dice la presidente della Bce. dimostra che "quando è più necessario, l'Unione europea va avanti ed è unita per aiutare il popolo dell'Europa".

Conte soddisfatto: 


Il Recovery fund che abbiamo approvato "è davvero molto consistente: 750 miliardi, dei quali una buona parte andrà all'Italia, il 28%. Parliamo di 209 miliardi all'Italia. Abbiamo anche migliorato l'intervento a nostro favore, se consideriamo la proposta originaria della commissione Ue e della presidente von der Leyen". 

"Abbiamo conservato 81 miliardi a titolo di sussidi e abbiamo incrementato notevolmente l'importo dei miliardi concessi in prestito, passati da 91 a 127, con un aumento di 36 miliardi".

"Quanto al fatto che questo passaggio possa o meno rafforzare il governo italiano, dico: il governo italiano è forte". La verita' è che l'approvazione di questo piano rafforza l'azione del governo italiano perché ci permette di poterci fidare di consistenti risorse finanziarie per raggiungere quegli obiettivi che abbiamo già individuato e che ora andremo a declinare in modo concreto".

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