lunedì 20 luglio 2020

Carlo Fuortes. Andiamoci piano con la sua esaltazione

Abbiamo letto ieri sul Corriere ( nella 'romana') un panegirico di Carlo Fuortes, ad opera dell'ottimo Paolo Conti, all'indomani dell'ennesimo successo del Rigoletto al Circo Massimo - Fuortes per i giornali non conosce sconfitte o ritirate, benché nella sua storia professionale ne abbia avute e più d'una!- che a noi è sembrato eccessivo, perfino imbarazzante, per il suo cantore. Spieghiamo.

Conti esalta l'Opera di Roma a guida Fuortes, per stigmatizzare, di contro, l'immobilismo del Campidoglio  nelle decisioni, che si attendono da tempo, relative all'altro polo culturale della Capitale, e cioè all'Auditorium Parco della Musica, ora 'Ennio Morricone' - intitolazione  assunta in ventiquattrore, senza indugio alcuno e senza voti contrari dall'assemblea capitolina, perchè , in fondo, si tratta di una intitolazione che  a Roma non si  è mai negata a nessuno, come la cronaca recente ci ha insegnato. 

Insomma l'amministratore delegato dell'Auditorium, lo spagnolo Dosal, è scaduto da tempo e il Campidoglio non  nomina ancora il successore. Qualcosa il Campidoglio l'ha fatto indicando alla presidenza una giornalista Rai che aveva seguito i Cinquestelle negli anni. Criterio assolutamente legittimo - come si  può immaginare. 

Paolo Conti  loda anche l'operato di Dosal, nominato all'indomani dell'uscita di Fuortes, che si credeva insostituibile, e che invece Dosal ha sostituito egregiamente aumentando  attività e pubblico negli anni del suo mandato.  Perchè allora sostituirlo, mentre non lo si è fatto con Fuortes che, furbamente, ha raccontato di aver rinunciato alla Scala, per amore dell'Opera di Roma e la Raggi gli ha creduto riconfermandolo? 

La domanda,  apparentemente giusta, non  ha senso. Le persone si sostituiscono, principalmente perchè si vuole occupare qualche altra casella, prima occupata da altri, non quando non hanno operato secondo le regole e  non raggiunto risultati nel loro lavoro.

Nel caso di Fuortes, corretto ed onesto amministratore, non ne facciamo un fuoriclasse,  Raggi s'è fatta convincere dall'interessato e l'ha tenuto, (anche perché non aveva un altro nome pronto, che fosse della sua cerchi 'politica' , almeno onesto quanto Fuortes); nel caso di Dosal ha pensato che era meglio rimandarlo in Spagna e metterci al suo posto  qualche fedelissimo, e se anche competente staremo a vedere.

La ragione di questo agire, che a molti risulta schizofrenico, sta nel fatto che il mondo della cultura  non è stato mai in cima agli interessi dei Cinquestelle che quindi non lo conoscono e che nella ricerca di manager capaci cui affidare le istituzioni che a loro fanno capo, non sanno davvero  a quale santo votarsi. E si sa che al peggio non c'è mai fine. 

Si tengono Fuortes perchè non saprebbero  davvero come  e con chi sostituirlo; non si tengono Dosal - che, lo ripetiamo, ha fatto bene, anche meglio di Fuortes all'Auditorium - perchè hanno pronto un sostituto che avrebbe le giuste credenziali e che, soprattutto, come una mosca bianca vola nel cielo dei pentastellati. 



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