martedì 7 luglio 2020

Ennio Moricone. Ciò che di idiota ho ascoltato o letto di Morricone in queste ore.

Senza timore di essere smentitio da chicchessia, ciò che di più idiota banale approssimativo e inutile ho ascoltato in queste ultime ore su /di Ennio Morricone, è stata l'intervista, trasmessa ieri sera alla fine del film Mission su La7, e realizzata da quell'intellettuale sopraffino che è Giovanni Floris che lo intervistò alla vigilia del suo secondo Oscar per un film di Tarantino - mi pare fosse il 2016.
Allora ci era sfuggita, ma ora dopo averla ascoltata non rimpiangiamo nulla.
Floris sapeva di intervistare una gloria italiana, ma soprattutto un musicista, ma non ha preso in considerazione la possibilità di farsi scrivere le domande dell'intervista dal meno asino della sua sterminata redazione in fatto di musica, anche per evitargli domande idiotissime come: quando si è accorto che poteva diventare Ennio Morricone. Se Morricone non fosse stato Morricone, persona garbata e in età avanzata, a questa e ad altre domande sempre idiotissime, senza eccezione ( non ce le ricordiamo tutte e poi abbiamo preferito dimenticarle in buona parte per non farci salire la pressione per la rabbia. Un'altra: quando va in giro si rende conto che porta nel mondo il buon nome dell'Italia e di Roma; e poi : Lei ha lavorato con Mina, Morandi Vianello...che effetto le faceva lavorare con quei grandi? E qui si vede che Floris è veramente scemo: ma come? quelli erano cantanti appena venuti fuori e forse parte del loro successo lo devono a
quell'orchestratore o 'arrangiatore' che era il giovane Morricone, più bravo e consapevole di quei cosiddetti 'divi'...) avrebbe potuto rispondere, a ragione: ma che c... mi sta chiedendo? Lui non lo ha fatto, lo facciamo noi, non autorizzati, in sua vece. Insomma una vergogna.

A La vita in diretta di Rai Uno, non tele 'vattelapesca', un servizio che ripercorreva la sua vita professionale iniziava così: 'musicista d'orchestra'. Che voleva dire? Non lo sapeva neanche chi quel servizio aveva realizzato  che  doveva aver letto a volo quell'espressione in qualche necrologio improvvisato che sottintendeva qualcos'altro, e gli era piaciuta.

 E poi la passerella di personaggi noti, come la Lollobrigida o la Loren, intervistati che hanno ripeteto che non lo avevano mai incontrato o conosciuto,  mentre  l'intervistatore insisteva: com'era Morricone, Lei che l'ha conosciuto?

Se possiamo aggiungere una constatazione è che in queste occasioni riemerge prepotentemente la tragica ignoranza generalizzata del nostro paese, anche fra le classi colte, nella materia musicale. Storia vecchia, malattia congenita.

Non possiamo dimenticare che alla viglia dei 25 anni dalla morte di Strawinsky, il più grande musicista del Novecento, quando il Festival di Salisburgo anticipò nel mondo i festeggiamenti per la ricorrenza - il TG Uno gli dedicò un sevizio striminzito e fuori luogo, Ce ne lamentammo, a posteriori, con l'allora direttore, Carlo Rossella, ma a cose fatte a nulla servì, anche se  ci diede ragione.

Dobbiamo invece prendere atto che Mentana, alla morte di Boulez, ha trasmesso il ricordo più pertinente del noto musicista, sul telegiornale de LA7.

A chi poi ieri s'è arrischiato a dire che il nome di Morricone è più noto di quello di Giuseppe Verdi, e a chi ha ripetuto che Morricone e Puccini sono i più grandi musicisti italiani consigliamo una visita medica urgente presso uno specialista di malattie degenerative del senno e dell'equilibrio.

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