Il 3 febbraio 2022 può sembrare una data ancora lontana. Quel giorno scade il mandato presidenziale di Sergio Mattarella. Tuttavia, vista la delicatezza di una elezione che influenzerà la storia politica per i successivi 7 anni, le manovre per trovare la figura in grado di raccogliere i voti necessari per eleggere il nuovo Capo dello Stato sono già in corso. E con esse iniziano a circolare i primi nomi. Da Romano Prodi, a Dario Franceschini, passando per Mario Draghi, Marta Cartabia, Elisabetta Casellati, Pier Ferdinando Casini, Giuseppe Conte, Paolo Gentiloni, Enrico Letta e Walter Veltroni. Senza escludere un Mattarella bis.
Il governo Conte 2, sostenuto da Pd e M5S, è nato alla fine dell’estate scorsa anche per evitare che le elezioni anticipate vedessero un Matteo Salvini vincente scegliere il nuovo capo dello Stato. È naturale che i primi nomi del futuro inquilino del Colle vengano all’interno della maggioranza giallo-rossa (e tra chi si più la ha sostenuta). In primis, lato Pd, il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, ma anche l’ex premier Enrico Letta e il commissario europeo Paolo Gentiloni. Ma circola anche il nome di un altro ex premier, Romano Prodi, già finito nel 2013 tra i nomi delle Quirinarie del M5S. Lato 5 stelle potrebbe invece saltare fuori l’attuale premier Giuseppe Conte (il che farebbe felice soprattutto chi dentro la maggioranza lo vorrebbe sostituire a Palazzo Chigi).
Ma la corsa al Quirinale non sempre procede liscia, e gli incidenti di percorso sono sempre dietro l’angolo. Per questo, con il succedersi delle votazioni a vuoto, potrebbero entrare in gioco nomi in grado di uscire fuori dallo schema giallo-rosso. In questa ottica rientra una figura di garanzia come l’ex presidente della Bce Mario Draghi, che ha estimatori anche all’interno della Lega. Una personalità di garanzia potrebbe essere anche l’attuale presidente della corte Costituzionale Marta Cartabia, già emersa nei rumors come possibile candidata premier durante la crisi del primo governo Conte.
Per il ruolo istituzionale che ha, potrebbe entrare in gioco la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati (già eletta al vertice di Palazzo Madama dopo una intesa M5S-centrodestra). Poi c’è Pier Ferdinando Casini, eletto senatore nel centrosinistra nel 2018 e ora nel gruppo Per le Autonomie, che ha votato la fiducia al Conte 2 ma ha avuto anche una lunga storia all’interno del centrodestra (è stato presidente della Camera durante il governo Berlusconi). Con legami bipartisan, quindi. Tra i nomi circola anche Walter Veltroni, primo segretario del Pd e da anni fuori dalla prima linea della politica. Una distanza che potrebbe permettergli di raccogliere consensi trasversali (nel centrodestra non si dimentica che fu tra primi a dire che la sinistra doveva superare l’antiberlusconismo).
Se la situazione dovesse farsi complicata, potrebbe spuntare la richiesta a Sergio Mattarella di rendersi disponibile per un secondo mandato (l’attuale Capo dello Stato ha conquistato estimatori anche nel centrodestra). D’altronde, nonostante le resistenze del diretto interessato, il tabù del bis al Colle è già stato rotto nel 2013 con Giorgio Napolitano.
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