Abbiamo letto con attenzione dall'inizio alla fine l'articolo che oggi il Corriere della Sera, a firma Valerio Cappelli, dedica al violoncellista Redi Hasa, di origine albanese, emigrato in italia, dove vive e lavora.
Per chi come noi segue le vicende della musica cosiddetta 'classica' da decenni, il suo nome era fino ad oggi del tutto sconosciuto. Perciò, ci siamo detti - sarà una scoperta di Cappelli, di quelle cui ci ha da sempre abituati. E perciò ci siamo fidati, in attesa di avere conferma al nostro convincimento. Ed abbiamo perciò cercato la notizia.
La notizia cioè di un giovane albanese, valente violoncellista che sbarca da noi e fa faville.
Ma REDI HASA ha 42 anni - e a quell'età un musicista è bello che fatto; il suo sbarco dopo vicissitudini in Italia, Puglia, risale al 1998, cioè a 22 anni fa. E, di conseguenza, ci siamo chiesti cosa abbia fatto in questi vent'anni e passa in Italia, oltre che suonare in vari ensemble - meglio 'gruppi' - che egli stesso dice di non poter definire con le consuete etichette. Ha suonato in vari gruppi ed anche con Ludovico Einaudi - nel quale caso il nome del pianista/ compositore italiano avrebbe oscurato ai più il suo nome.
E allora, la notizia, la notizia che lo catapulta in primo piano qual è? La notizia c'è e si legge. Ha inciso il suo primo disco da solista. E questa sarebbe da sola una notizia? Se glielo avesse pubblicato una casa discografica di poco peso chi se lo sarebbe filato? Invece, glielo pubblica la Decca, e diventa notizia.
Con ciò non vogliamo minimamente mettere in dubbio nè sottovalutare il valore del violoncellista, ci chiediamo solo se l'uscita di un disco possa costituire ancora, al giorno d'oggi, una notizia.
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