Non occorre avere la palla di vetro per farsi un'idea di come siano andate le cose alla Scala, in occasione della 'prima' della nuova opera di Battistelli. E che alcune nostre considerazioni, affidate a caldo a questo blog, fossero abbastanza veritiere ce lo conferma l'atteggiamento di molta stampa italiana.
Strombazzata alla vigilia, la nuova opera 'made in Expo', con interviste al compositore dal 'ricciolo ribelle che fa innamorare le signore milanesi'- come ha sottolineato a proposito dell'opera, l'acuta Aspesi - all'indomani della prima dell'opera su tutti i giornali silenzio assoluto, come a spiarsi l'un l'altro: 'scrivi prima tu, che poi scrivo anch'io', che denota disparità di vedute se non addirittura imbarazzo. Alla fine non ha scritto praticamente nessuno.
Poi - proviamo ad immaginare, senza l'aiuto della palla di vetro che non abbiamo - una telefonata ai giornali per una tiratina d'orecchi: se neanche voi 'giornali amici' ci difendete...
Non possiamo giurarci, ma le cose sono andate proprio così, per quel tanto che consociamo i giornali, visto che facciamo questo mestiere da oltre trent'anni. E così l'amica 'Repubblica' parla di CO2, a firma del suo critico il quale allunga anche la durata degli applausi finali che le agenzie avevano calcolato in 10 minuti ed il giornale 'amico', a firma del critico 'amico' (che aveva anche intervistato il compositore, altra intervista dopo quella della Aspesi), aveva portato addirittura a 15 minuti, roba da non credere, neanche ai Filarmonici di Berlino sono toccati tanti applausi e neppure alla trionfale Turandot. Al giornale amico è piaciuta così tanto la novità di Battistelli, per il principio che il nuovo è sempre da preferire ( incoraggiare?) al vecchio (già noto; quand'anche fosse migliore!), al punto che, contravvenendo alla regola che le recensioni della musica appaiono solo di domenica, quella di CO2 è stata infrasettimanale.
Nessuno, a maggior ragione il giornale 'amico' ha scritto del pubblico. Tutto esaurito? esaurito a metà? 'Sold out', avrebbero potuto scrivere i giornali 'amici' che amano l'inglese, in linea con la lingua del libretto di Burton. Invece no, perchè troppo falsa. Insomma , inutile cercare sui giornali un resoconto dell'opera di Battistelli.
Neanche sul dotto 'domenicale' del Sole 24 Ore, il quale domenica 17 ha preferito illustrare il prossimo 'Ravenna Festival' della famiglia Muti, allo spreco di quattro righe sull'opera di Battistelli ( e del resto perchè scrivere di un'opera che ha interessato pochi, gratuitamente, quando si possono scrivere paginate, pagate?).
La sorpresa , nel 'Domenicale del Sole', arriva domenica 24. L'apertura della pagina della musica, è sulla 'Norma' veneziana, con regia 'biennalina', cui si aggiunge un trafiletto, dal titolo 'alla scala'. una ventina di righe cattivissime nella sostanza, anche se all'apparenza elogiative, ma che non dicono quasi nulla - e perciò inutili!- che terminano così:' da tagliare il retorico predicozzo finale, a luci accese, che oltretutto svelano il poco pubblico in sala'. In cauda venenum, come non fosse bastato il veleno sputato lungo quelle acide restanti 18 righe.
Del pubblico non avevamo letto neanche una riga, i numeri erano coperti dalla valanga di applausi, che a questo punto c'è da chiedersi se non provenissero da una fidatissima claque.
La palma d'oro dell'opera va certamente al regista che ha fatto uno spettacolo di quelli indimenticabili, per bilanciare la musica che indimenticabile non era, salvo forse quel 'poema sinfonico' della 'danza dei tifoni', incastonata in un 'melologo' lungo e noioso, come l'opera è apparsa ad orecchie accorte, e che Battistelli aveva già pronta, per infilarla in qualunque opera, un pò come si racconta abbia fatto con la famosissima 'una furtiva lagrima' dell'Elisir, Donizetti. Il solito Battistelli, insomma, ancora alla ricerca di una sua strada, che non rinuncia ancora una volta ad attaccarsi ad 'altro'( una scomoda verità di Al Gore) della cui notorietà intende giovarsi.
Ma anche tutto ciò non giustifica affatto il silenzio generale dei giornali; e non giustifica a maggior ragione la 'mascalzonata' del Sole 24 Ore'. Meglio allora il silenzio.
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