Non appena si è sparsa la notizia dello spettacolo venduto a Canale 5 che apre la stagione in Arena, a Verona, quello stesso spettacolo che negli anni passati era presentato dalla pacioccona fuori luogo e ruolo, Antonella Clerici ed ora da Bonolis della medesima scuderia artistica, Presta, sotto l'ala produttrice di Gianmarco Mazzi (l'ennesima serata con l'ennesima banalità spettacolare, nella quale lo spettacolo lirico per il quale la serata dovrebbe fungere da volano non è che l'ultima preoccupazione , e, infatti, ci saranno le più grandi stelle del rock - come si legge nei comunicati areniani - accanto al tenore tal dei tali, o del soprano tal dei tali...); Rai 1, con scatto felino, anticipa l'Arena con una serata che sarà memorabile per la coppia protagonista, perchè sarà quella che ci guadagnerà più di tutti - la coppia Carrisi ricomposta per l'ennesima volta dopo Mosca e Sanremo, Romina e Al Bano.
Al Bano le canterà: 'In ginocchio da te', Romina, con quel fil di voce che le è rimasto ( ma ci saranno amplificatori bombastici) risponderà:' Non son degno di te', ma insieme non torneranno nella vita. Perchè a lei di Al Bano piace solo la colonia che usa abitualmente - come ha dichiarato ironicamente. E così, prendendo per l'ennesima volta per i fondelli gli italiani bocconi, reciteranno la farsa ignobile e patetica della coppia scoppiata che le tenta tutte per tornare insieme. No, per far soldi.
Al peggio, si dice da secoli, non c'è mai fine. Proprio così. sempre più in basso, sempre più spettacoli di bassissima qualità, anche in quel luogo sacro che è la immensa Arena di Verona.
Albano e Romina, in diretta, il 29 maggio, su Rai 1, Bonolis ed il suo carrozzone variopinto, il 2 giugno, in differita, su Canale 5.
In questi ultimi mesi, alle molte trasmissioni costruite facendo razzia di materiali delle Teche Rai - delle quali proprio oggi sul 'Venerdì' di Repubblica, parlerà la nuova direttrice, Maria Pia Ammirati, da poco entrata a far parte del Consiglio di Indirizzo del Teatro dell'Opera di Roma - se ne è aggiunta un'altra su Rai 3, svelandoci tanti altri tesori, già noti ai cultori del 'tempo che fu' televisivo, anche non lontanissimo.
Tutte quelle trasmissioni fatte con nulla, pescando qua e là nelle Teche Rai, che ancora oggi, a distanza di anni, riscuotono successo nel pubblico, suonano come un rimprovero, anzi come atto di accusa contro la banalità, mancanza di stile e di idee di ogni nuova trasmissione, soprattutto quelle di intrattenimento o di varietà puro, tutte costosissime, che i vari direttori mandano in onda.
La televisione di un tempo, per qualche verso forse più ingenua, non suonava mai come un insulto alla intelligenza del telespettatore, come purtroppo suonano tutte, quelle di oggi.
Un'intera stagione , magari estiva, costruita attingendo alle Teche Rai, mostrerebbe agli italiani una televisione di qualità, costerebbe molto meno di qualunque pur povera trasmissione nuova, e forse potrebbe indurre gli attuali direttori di rete a fare esercizio di autocritica.
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