Ci perdonerà la nostra illustre collega Barbara Spinelli. Capirà. Nella sua avventura politica, non ancora conclusa ma che va verso una deriva ignobile, lei ha fatto una figura di cacca, davanti all'opinione pubblica che per la sua attività giornalistica, l'aveva apprezzata e, di conseguenza, votata alle ultime elezioni europee, con un numero di voti, in due circoscrizioni, ben oltre le 60.000 preferenze. Nè più e nè meno di tanti suoi grigissimi colleghi parlamentari - chissà quante volte li avrà criticati nei suoi editoriali - che nell'incarico internazionale hanno visto, prevalentemente, una occasione di guadagno, come la tristissima storia soprattutto italiana insegna.
Si è presentata nella lista Tsipras, dichiarando al momento della candidatura che lei avrebbe, se eletta, girato il mandato al primo dei non eletti, dimettendosi. La qual cosa non ha fatto. Poi ha dichiarato anche che lei a Bruxelles non sarebbe andata mai, e che la sua candidatura rappresentava un sostegno ideologico alle tesi del candidato premier greco, contro la politica europea che stava affamando molti degli Stati membri. E lei che si è sempre occupata di politica estera, per simili affermazioni, era più che credibile.
A elezione avvenuta, non si è dimessa, attirandosi le critiche di mezzo mondo , a Bruxelles forse non è mai andata - mantenendo fede alla parola data, ma solo in questo caso - ed infine, notizia dell'altro ieri, si è anche dimessa dal partito che l'aveva eletta, non dimettendosi però da parlamentare europea.
Insomma un tradimento su tutta la linea, all'insegna del principio: se mi hanno eletta ora si becchino anche i miei capricci, mentre io vivo abbastanza bene con i soldi europei, ai quali naturalmente Lei giornalista ed editorialista apprezzata e profumatamente pagata della 'Stampa', non intende, perciò, rinunciare.
Se questa non è una figura di m...
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