All'inaugurazione dell'EXPO - come si è visto nella diretta tv - un giornalista, dichiarando le sue generalità ed anche la professione, rivolge ad alta voce una domanda al premier che si sta recando all'inaugurazione della manifestazione milanese. Fra lui e il premier si piazza un omone, con cartellino appeso al collo - molto simile alle felpe di Salvini, al quale se non gli scrivono sopra dove si trova neppure lo sa, e per questo le cambia ad ogni spostamento - che ne indicava l'appartenenza alle forze dell'ordine ed al servizio di sicurezza del premier, gli chiede di mostrargli la tessera professionale, la qual cosa il giornalista fa; non contento vuole anche vedere un altro documento - capite che becero? come se la tessera professionale con foto possa essere falsificata da uno che si presenta ufficialmente ad una manifestazione importante come l'EXPO.
Accanto all'omone, cì è anche una giovane donna bionda, capelli lisci e lunghi, anch'ella del servizio d'ordine la quale rimbrotta il giornalista dicendogli che quella non è una conferenza stampa, dunque nessuna domanda è ammessa.
Questo dialogo avviene mentre l'omone prende nota delle generalità del giornalista, per attivare chissà quale censura o provvedimento nei suoi confronti. O magari una semplice segnalazione, che ha i toni della minaccia.
L'omone non dà al giornalista le sue generalità, come sarebbe normale, anche perchè, se nessuno gliele legge sul pendaglio che porta appeso al collo, lui non se ne ricorda. Permetteteci la cattiveria che è pari alla brutalità ed inciviltà con la quale i politici spesso si comportano nei confronti dei cittadini, e quell'omone con il giornalista, colpevole di aver rivolto una domanda al premier.
E siccome l'insegnamento del maestro viene diligentemente appreso e letteralmente messo in pratica dagli allievi, qualche giorno dopo, un giornalista che voleva fare delle domande a Nardella - petalo del giglio fiorentino di Renzi - viene strattonato non senza 'sgrazia' dal portavoce del sindaco toscano. E l'elenco non si ferma qui.
Ogni giorno la tv ci mostra parlamentari e politici i quali interrogati su qualcosa che, evidentemente, non gli piace, fanno il voto del silenzio; qualche giorno fa è accaduto a rappresentanti di tutti gli schieramenti di non rispondere e tirar dritto a domande, certo scomode, sui vitalizi ai parlamentari condannati.
L'unico che risponde sempre, perfino quando viene respinto da folle contrarie alle sue tante esternazioni, o non è neppure interpellato, è Salvini. Ma lui è giustificato. La mattina quando si sveglia, gli danno la carica e lui comincia a parlare finchè la carica non si esaurisce, e cioè a notte fonda, quando va a letto, in attesa di riprendere l'indomani, con nuova carica, a parlare. Ma lui, lui solo può essere perdonato, non ha tempo per riflettere a quello che dice.
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