Attacco alla democrazia, “follia”, “abnorme” “gravissimo”, “irragionevole”. E c’è chi si spinge a parlare di “atto politico” da parte dei magistrati.
Sono solo alcuni degli epiteti con cui, da parte del centrodestra, è stata commentata la richiesta di una pena a sei anni di reclusione per il ministro Matteo Salvini, sotto processo a Palermo per la vicenda di Open Arms e per la scelta di vietare lo sbarco, nel lontano agosto 2019, ad una nave della ong spagnola che trasportava 147 migranti. La richiesta dell’accusa è arrivata oggi al termine della requisitoria nell’aula bunker di Palermo: i reati contestati a Salvini sono sequestro di persona a rifiuto di atti d’ufficio.
La premier Giorgia Meloni è stata tra le prime a intervenire, pochi minuti dopo la notizia della richiesta di condanna, parlando di “precedente gravissimo” e dando la sua solidarietà al leghista che con le sue decisioni aveva “difeso i confini della Nazione”. Dal canto suo, Salvini ha commentato la notizia parlando di “follia” e dicendosi intenzionato a “non mollare”. E a stretto giro ha diffuso sui suoi social un video, alquanto teatrale, in cui ricostruisce la vicenda per filo e per segno e ribadisce di “aver difeso l’Italia e gli italiani”.
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